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Ecco il vero pericolo | L’analisi di Angelo Panebianco

Adesso che l’incubo è diventato realtà, adesso che Trump e soci hanno mandato in pezzi i rapporti inter-atlantici e l’Europa si ritrova nuda alla meta, il pericolo più grave che corriamo è che le opinioni pubbliche di diversi importanti Paesi europei, quali che siano gli allarmi lanciati dai leader, cerchino di nascondere la testa sotto la sabbia, si rifiutino di guardare in faccia la realtà”.

Così Angelo Panebianco sul Corriere della Sera: “Naturalmente – scrive l’editorialista – non può essere il caso delle opinioni pubbliche di Polonia, Finlandia, Svezia, Baltici, che, per collocazione geografica, potrebbero essere, dopo l’Ucraina, le prossime vittime di Putin”.

Sono le opinioni pubbliche di altri Paesi europei (Italia compresa) il problema.

Il pericolo maggiore, nonostante le apparenze, non è rappresentato dai rumorosi avversari del sostegno occidentale all’Ucraina che si sono dati tanto da fare fin dai primi giorni dell’invasione russa.

Il vero pericolo è rappresentato da ciò che, nelle nuove condizioni, passerà per la testa del cittadino comune.

Tranne i vecchissimi, la schiacciante maggioranza dei cittadini europei non solo non è mai stata coinvolta in una guerra ma non ha nemmeno mai pensato che un giorno avrebbe potuto rischiare di doversi assoggettare ai voleri di una potenza autoritaria, a sua volta assoggettata a un tiranno.

Che è quanto potrebbe accadere a diversi Paesi europei nei prossimi anni se gli europei non riusciranno (e in fretta) a correre ai ripari.

L’antico sponsor delle democrazie (gli Stati Uniti) sembra deciso ad abbandonarci in pasto ai lupi.

Venuta meno la solidarietà euro-atlantica, da un lato cresceranno i pericoli di una guerra generale (che, come mostra la storia, è spesso l’esito di quel tipo di gioco internazionale) e, dall’altro, le nostre democrazie, avendo perduto l’ancoraggio internazionale degli ultimi ottanta anni, si troveranno a navigare in acque sempre più turbolente.

Come l’economia europea. La questione dei dazi va al di là dei dazi.

Naturalmente, la reazione del cittadino comune va compresa.

Le persone non hanno voglia di sentirsi dire che sono a rischio le condizioni che hanno garantito loro, fino ad oggi, una vita tranquilla.

Occorre, come tanti giustamente dicono, che l’Europa impari ad aiutarsi da sola (visto che non può più contare, almeno finché Trump governerà, sull’aiuto americano).

Ma i leader europei – conclude – non potranno nulla se non riusciranno a trascinarsi dietro le opinioni pubbliche”.

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