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[L’analisi] Ecco come tagliare i contributi a lavoratori e imprese. Tutti i numeri della proposta di Confindustria 

Una riduzione dei contributi da 1.223 a favore dei lavoratori e da 612 euro per i datori di lavoro: è l’effetto che avrebbe su una retribuzione lorda da 35mila euro la proposta di Confindustria per un taglio del cuneo contributivo da 16 miliardi sul lavoro dipendente. E’ questa la proposta al centro dell’acceso confronto con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Ragionare sui numeri, basta slogan

Con il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che sottolinea: “la strada non è quella della detassazione degli aumenti”; ragioniamo “sui numeri, basta slogan”. Nella proposta di via dell’Astronomia la riduzione del cuneo ha un impatto per due terzi a favore dei lavoratori (10,7 miliardi) e per un terzo a favore dei datori di lavoro (5,3 miliardi) e quindi della competitività delle imprese. L’aliquota contributiva si riduce di 5,24 punti percentuali: 3,49 a favore del lavoratore, 1,75 per il datore di lavoro. Il costo per la finanza pubblica: considerando che è già stato stato introdotto un mini sgravio contributivo da 1,5 miliardi per i redditi fino a 35mila euro lo stanziamento di risorse necessario si sarebbe ridotto ad almeno 14,5 miliardi per il 2022.

Per il 2023 tornerebbe a 16 miliardi. Il costo per lo Stato verrebbe abbattuto anche dall’effetto (per oltre due miliardi) dato che i contributi sociali a carico del lavoratore non più dovuti aumentano la base imponibile. Nelle diverse simulazioni di via dell’Astronomia, a 20mila euro di retribuzione annua lorda il cuneo contributivo si riduce complessivamente di 1.048 euro: 699 di risparmi per il lavoratore (di cui 160 euro già scontati per quest’anno con la mini-decontribuzione) e 349 per il datore di lavoro; l’effetto sull’Irpef riduce il beneficio netto per il lavoratore a 524 euro.

La crescita del risparmio

Il risparmio aumenta in modo proporzionale all’aumentare del reddito: a 35mila euro di retribuzione lorda il cuneo contributivo si riduce complessivamente di 1.853 euro. Il risparmio per il lavoratore dipendente è di 1.223 euro mentre quello per il datore di lavoro è di 524 euro; il beneficio netto per il lavoratore è di 795 euro. Nella proposta degli industriali i tagli contributivi andrebbero a compensare, almeno parzialmente, gli aumenti della bolletta di elettricità e gas che per una famiglia-tipo nel periodo compreso tra il primo luglio 2021 e il 30 giugno 2022 è prevista è prevista in aumento di 1.116 euro rispetto ai 12 mesi precedenti.

Consentirebbe, poi, di ridurre il divario di competitività di costo del lavoro nei confronti dei principali paesi europei. Nel 2020 il cuneo in Italia era pari al 46,0% del costo del lavoro, tra i più elevati nell’area dei paesi avanzati (34,6% la media Ocse). Il taglio che viene ipotizzato, se esteso a tutti i lavoratori dipendenti, farebbe scendere il cuneo al 42,9%, avvicinandolo a quello medio nell’eurozona (41,7%); se realizzato sui redditi fino a 35mila euro, farebbe scendere il cuneo a 40,8%, sotto la media eurozona.

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