Durante la pandemia il 44% degli ultra 65enni ha rinunciato ad una visita medica o a un esame diagnostico. Sono i primi risultati di un approfondimento realizzato nell’ambito delle sorveglianze Passi e Passi d’Argento. Coordinate dall’Iss, nei mesi tra agosto e novembre hanno intervistato un campione di 2.700 persone attraverso il modulo Covid.
“La pandemia e la rinuncia alle cure nell’anziano”: nel modulo Covid in Passi d’Argento si misura questo aspetto con due domande specifiche che indagano la rinuncia a visite mediche e ad esami diagnostici (programmati) nei 12 mesi precedenti l’intervista e le motivazioni addotte. Fra i motivi della rinuncia, vi sono la sospensione da parte del centro dell’erogazione del servizio a causa Covid e il timore di contagio.
I dati – sottolinea l’Iss – non sono incoraggianti e nel campione delle oltre 1200 interviste realizzate fra gli ultra 65enni una quota rilevante, pari al 44%, dichiara di aver rinunciato nei 12 mesi precedenti ad almeno una visita medica (o esame diagnostico) di cui avrebbe avuto bisogno, in particolare il 28% ha dovuto rinunciarvi per sospensione del servizio mentre il 16% lo ha fatto volontariamente per timore del contagio.
Questi dati non mostrano differenze significative per caratteristiche sociodemografiche dei rispondenti; tuttavia, si nota che la scelta di rinunciare volontariamente alla visita medica o all’esame diagnostico per timore del contagio è più frequente fra le donne (19% vs 13% fra gli uomini) e fra le persone con un livello di istruzione maggiore.








