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Riccardo Di Stefano (presidente Giovani Imprenditori di Confindustria): «La sveglia sta suonando forte, ma l’Italia è smarrita e assonnata»

«Siamo onesti: le cause della fragilità italiana vengono da lontano. Gli effetti dei grandi cambiamenti in atto sono evidenti da molto, molto tempo. Possibile che nessuno li abbia visti arrivare?». A chiederselo è il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano. «Per l’Italia sta suonando forte una sveglia che stiamo rimandando da anni, ma non si possono più chiedere “ancora cinque minuti”. Perché sono tanti i Paesi che questa sveglia l’hanno sentita forte e chiara, e che si sono attrezzati. L’Italia, invece, sembra essere caduta dal letto e, ancora assonnata, si guarda intorno smarrita». Questa la metafora a cui ricorre per indicare le grandi sfide globali che incalzano da tempo il nostro Paese.

«E ancora: la dipendenza energetica italiana ed europea dalla Russia affonda le sue radici» sottolinea Di Stefano «in scelte miopi e irresponsabili vecchie di decenni. Confindustria lo aveva denunciato da tempo. Come definireste un imprenditore che affida la propria capacità produttiva ad un solo e unico fornitore? Uno che deve cambiare mestiere. E chi affiderebbe il destino energetico di una grande nazione industriale a un solo fornitore? Questa scelta sconsiderata si abbatte oggi su famiglie e imprese con un aumento del 1.406% dei prezzi del gas (a settembre rispetto al pre-pandemia) e del 13,4% per quelli alimentari (settembre su 4° trimestre 2019). Beni per cui la domanda è difficile da comprimere senza innescare una recessione e senza far andare a gambe all’aria intere filiere industriali».

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