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Di Maio: «Spingere al voto il Paese nel pieno della terza ondata sarebbe un fallimento, rischiamo di compromettere i fondi del Recovery»

Ore febbrili di contatti continui all’interno del Movimento.

Le tensioni di governo preoccupano e non poco i vertici dei Cinque Stelle e anche il gruppo parlamentare.

L’incertezza e’ dominante.

Tra i pentastellati c’e’ chi spinge per tornare alle urne e confrontarsi con il centrodestra, la maggioranza invece non esclude un rimpasto che porti a un Conte ter.

A mediare in prima linea con le altre forze politiche di governo, scrive il Corriere della Sera, c’e’ Luigi Di Maio.

Il ministro degli Esteri nutre timori per come stanno andando le cose.

Gli scenari che si prospettano sono molteplici e tra questi non e’ stato escluso il voto o addirittura un governo tecnico guidato da Mario Draghi.

Sebbene si tratti di semplici ipotesi.

Di Maio ha chiari i rischi e lo ha detto senza mezzi termini ai suoi: “Spingere al voto il Paese nel pieno della terza ondata sarebbe un fallimento, rischiamo di compromettere i fondi del Recovery. Senza quei 209 miliardi l’Italia e’ morta, non c’e’ futuro. Se si va a votare il Recovery rischia di saltare”.

L’ex capo politico del Movimento e’ consapevole che votare in piena pandemia potrebbe essere un boomerang per la credibilita’ di tutto il Paese: “L’immagine che rischieremmo di dare al mondo sarebbe pessima, con i mercati finanziari che reagirebbero colpendo la nostra economia”, e’ il ragionamento su cui insiste il ministro degli Esteri.

Di Maio e’ pronto a schierarsi al fianco del premier e difendere la stabilita’ politica: “Conte va difeso, metterlo in discussione e’ folle”, dice.

Insomma, l’ex capo politico allo stato attuale non vede un piano b che tocchi il vertice di Palazzo Chigi, che e’ visto come una garanzia dal Movimento e dai principali alleati di governo.

L’orizzonte di un rimpasto che porti a un Conte ter rimane sul tavolo e i nodi da sciogliere all’interno della maggioranza sono tanti e tali da richiedere una verifica approfondita.

Tuttavia Di Maio e’ ancora fiducioso di trovare una soluzione che scongiuri la crisi: “Sull’autorita’ delegata, sulla fondazione si trovi una quadra, siamo persone adulte, una nazione come l’Italia non puo’ essere ostaggio di queste cose”, e’ il messaggio chiaro che affida ai canali diplomatici in queste ore.

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