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Diego Della Valle (Tod’s): «Contro tutti i rischi del 2022 serve un piano B. Per costruire un polo del lusso in Italia non è mai troppo tardi»

La situazione sta migliorando, ma dobbiamo essere preparati: serve anche «un piano B». Questo è quanto affermato dal presidente e amministratore delegato di Tod’s, Diego Della Valle, che sottolinea come il Covid abbia lasciato «un alone di incertezza in quello che abbiamo davanti perché operiamo in uno scenario determinato da fattori che spesso non dipendono da noi».

«Quello che credo stiamo facendo un po’ tutti nel nostro mondo è avere un piano A, se le cose andranno come stanno andando ora in maniera eccellente, e un piano B, se dovessero arrivare situazioni imprevedibili», dice all’Economia del Corriere della Sera, aggiungendo che «certamente il 2022, se continua in questo modo, sarà un buon anno per tanti e nei primi mesi del 2023 si potrà anche capire la vera potenzialità delle aziende».

L’unicità del Made In Italy

«Direi che oggi bisogna entrare nella logica che una parte del tempo lo dobbiamo dedicare a pensare a come possiamo renderci utili per migliorare il sistema che abbiamo intorno con tutte le sue componenti. E nel nostro caso» prosegue «c’è tanto da fare: basta pensare a tutta la filiera del made in Italy – che va dalla cultura ai monumenti al cibo, all’artigianato di grandissima qualità, sono eccellenze uniche – caratteristiche che il Paese non deve perdere mai».

«Viviamo in un mondo, diciamo così, sempre più generico, sempre più affezionato all’ultima notizia che dopo cinque minuti diventa la penultima. Un contesto nel quale il fatto di rimarcare ciò che è una unicità dell’Italia è importantissimo, vale per tutti i settori e se è rilevante per le grandi imprese, è vitale per le piccole», sottolinea Della Valle, che è anche azionista di Rcs.

L’occasione del Pnrr

«Serve fiducia e grande voglia di fare. D’altra parte, viviamo un momento che potrà essere estremamente favorevole anche grazie ai fondi del Pnrr in arrivo – senza scordare che questo denaro dovremo restituirlo e quindi è indispensabile operare molto bene – e grazie al fatto che abbiamo due persone di grandissima qualità a guidare il Paese ed il governo in questo momento», prosegue.

Intanto, dopo aver comprato marchi, i gruppi esteri stanno acquistando capacità produttive italiane. «La cosa importante è che vengano preservati questi settori e i loro lavoratori. Sarebbe meraviglioso se fossero rilevati solo da altre aziende italiane, ma non sono preoccupato se ad acquisire sono imprenditori esteri, seri e competenti, perché la manualità e la bravura degli artigiani che sono italiani, non è trasportabile altrove e non è nelle loro intenzioni portarle via da questo paese».

Il polo del lusso

«Lo hanno dimostrato con le acquisizioni di società italiane – parlo per esempio per quelle fatte da Lvmh, visto che sono nel loro consiglio da anni. Il gruppo ha sempre avuto un grande rispetto per la storia, per la manualità e per la grande qualità che queste aziende realizzano», aggiunge Della Valle. Per quanto riguarda la costituzione di un polo del lusso italiano, «alcuni gruppi avrebbero potuto aggregarsi 20 anni fa, come in Francia, per esempio, ma allora tanti di noi erano impegnati a costruire le proprie aziende gestendole in prima persona e quindi la nostra concentrazione era su come fare il prodotto più bello possibile e come crescere rapidamente».

«Non avevamo abbastanza tempo per soffermaci a pensare a grandi progetti di sistema. Con il senno di poi, magari qualche banca e qualche banchiere, potevano pensare a progetti di questo tipo e venire a sottoporceli, sarebbe stato utile. Detto questo in Italia ci sono alcuni gruppi che stanno crescendo benissimo a livello mondiale e che non hanno nulla da invidiare a nessuno. Alla guida di questi gruppi ci sono persone che ora hanno invece il tempo e la visione per guardare ad eventuali possibilità», conclude. 

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