Nonostante la crisi pandemica, «il nostro tessuto industriale ha subito il colpo, ma sta fondamentalmente reggendo». Parla così la presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia, sintetizzando i dati del monitoraggio sulle assenze del personale legate alla diffusione del Covid-19, promosso dagli Industriali berici, che ha ricevuto ben 575 risposte, in meno di due giorni: «Contando che abbiamo circa 1.600 aziende associate» continua Dalla Vecchia, «è un numero impressionante perché è evidente come il tema sia importante e sentito».
Il monitoraggio ha quindi voluto in primis indagare quale fosse stato l’incremento delle assenze legate alla diffusione del Covid-19 (quindi comprendendo positivi, quarantene, isolamenti etc?) dopo il periodo delle festività. Solo il 19% delle aziende ha indicato come non vi sia stato alcun incremento, mentre un’azienda su quattro (25%) ha avuto un incremento delle assenze contenuto (entro il 5%). Oltre un’azienda su tre (il 37%, la “fetta più grande”) ha avuto un incremento delle assenze tra il 5% e il 15%. Infine, quasi una su dieci (il 9%) ha avuto un incremento tra il 15% e il 25%, tante quante sono state le aziende (sempre il 9%) che hanno registrato aumenti di assenze legate alla pandemia addirittura oltre il 25%.
I dati, si legge nella nota di Confindustria Vicenza, evidenziano anche differenze importanti in base alla dimensione aziendale. Le aziende con meno di 20 dipendenti sono quelle che hanno subito l’impatto minore: il 46% non ha avuto incrementi in termini di assenze e solo il 12% di esse ha avuto una crescita delle assenze oltre il 15%. Diversa la situazione delle imprese con un numero di dipendenti compreso tra 21 e 100: solo undici su cento non hanno registrato assenze in più, mentre quasi due su dieci hanno avuto incrementi di assenze sopra il 15%.
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