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Dalla nascita di Stellantis alle trattative Hyundai-Apple: chi costruirà la “nuova” auto?

In una settimana il mondo dell’automotive ha vissuto un terremoto provocato da avvenimenti che hanno cambiato gli equilibri esistenti. Dalla fusione di Fiat-Chrysler e Peugeot in Stellantis, alla notizia del fondatore di Tesla, Elon Musk, come persona più ricca del pianeta, fino alle voci di trattative fra Hyundai e Apple per la produzione di una vettura con il marchio della Mela.

Su questo il ceo di Volkswagen, Herbert Diess, ha ragionato riconoscendo come questi eventi abbiano marcato la distinzione fra due categorie di costruttori: quelli della “nuova” e “vecchia” auto. Se alla prima, categoria capace di raccogliere in borsa facilmente miliardi per investire sulla mobilità del futuro, appartengono Tesla, Nio, Rivian, le altre startup elettriche e in futuro probabilmente Apple, alla seconda figurano le case tradizionali, costrette a combattere lo scetticismo iniziale e a unirsi per recuperare il grande ritardo sulla trasformazione dell’auto.

Sarà da capire se Stellantis, deciderà di abbracciare pienamente l’elettrico, entrando tra i costruttori della “nuova” auto. Già prima Sergio Marchionne, sia ora, il futuro ceo del gruppo, Carlos Tavares, non hanno mai avuto un’accoglienza calorosa nei confronti rivoluzione elettrica e delle nuove tecnologie. La domanda è lecita: basterà l’aggregazione a salvare le due case dalla selezione darwiniana che, come detto da Tavares stesso, la svolta elettrica opererà nell’industria dell’auto?

Davide Di Domenico, Automotive & Mobility Leader di Bcg per Central-Eastern Europe e Middle East, prova a dare una risposta. «Probabilmente in termini assoluti Stellantis non investirà quanto Volkswagen in elettrificazione, connettività e guida autonoma, in quanto storicamente più efficiente nella allocazione dei capex, ma il risultato potrebbe non essere distante».

«Il fatto che né Psa né Fca abbiano sinora investito moltissimo nell’elettrico potrà rivelarsi entro certi limiti un vantaggio perché consentirà a Stellantis di evitare gli errori commessi in questi anni dagli altri costruttori tradizionali e il conseguente utilizzo non ottimale delle risorse», conclude Di Domenico. 

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