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Clara Conti (coAd Saib): «Siamo tra gli stabilimenti di truciolare a minor impatto ambientale in Europa»

SAIB ha scelto di investire nell’avanguardia eco-sostenibile. L’azienda, tra le principali imprese italiane produttrici ed esportatrici di pannello truciolare grezzo e nobilitato, ha scelto di investire sistematicamente in impianti di produzione sostenibili e tecnologicamente avanzati. A sostenere il processo di transizione arriva un finanziamento da Banco BPM di 12 milioni di euro della durata di 8 anni, garantito per il 70% dalla garanzia green di Sace.

Il finanziamento servirà all’azienda di Fossadello di Caorso, in particolare, ad installare un nuovo impianto di essiccazione in grado di ridurre le emissioni di sostanze inquinanti grazie ad un elettrofiltro ad umido progettato per il trattamento dei fumi derivanti dal processo di essiccazione del legno post-consumo, dotato di sistemi in grado di restituire un quadro istantaneo dell’efficienza dell’impianto in termini di abbattimento degli inquinanti.

Inoltre, permetterà all’azienda di aumentare i volumi di recupero del legno da 490mila tonnellate a 780mila tonnellate all’anno. Con una storia di 60 anni incentrata sulla ricerca e sull’innovazione ed un fatturato di 125 milioni di euro, raddoppiato nel giro di dieci anni, l’azienda piacentina è stata una delle prime in Italia (ed anche nel mondo) ad utilizzare come materia prima esclusivamente i rifiuti di legno post-consumo. È così diventata un efficiente esempio di economia circolare, riuscendo a recuperare il 99,% del legno ritirato (ogni giorno l’azienda, in un sito industriale che occupa lo spazio di 90 campi da calcio, recupera e trasforma 150 camion di legno provenienti dalla raccolta differenziata in pannelli eco-certificati, ricoperti da lamine di carta che imitano il legno massello, pietra e pelle).

 Anche materiali come carta, plastica, alluminio (900 tonnellate all’anno), metalli ferrosi (8.500 tonnellate), inerti e ghiaietto (16mila tonnellate), presenti nel legno conferito, vengono destinati a nuova vita. Utilizzare legno di recupero post-consumo contribuisce a ridurre notevolmente le emissioni di gas serra e consente all’azienda di compensare la quantità di Co2 emessa dal processo di recupero stesso.

L’utilizzo di legno di recupero in sostituzione del legno vergine comporta una minore emissione di gas serra pari a 120-180 kg Co2 per tonnellata di legno riciclato, cui si aggiunge il valore di Co2 assimilata dalla corrispondente quantità di legno vergine non tagliato. Gli interventi finanziati, grazie all’impatto positivo in termini di mitigazione del cambiamento climatico, rientrano negli obiettivi del Green New Deal, il piano che promuove un’Europa circolare, moderna, sostenibile e resiliente.

E Sace, istituzione a sostegno dello sviluppo del sistema Paese, riveste un ruolo centrale nell’attuazione del piano: come previsto dal decreto legge Semplificazioni, infatti, la società guidata da Pierfrancesco Latini può rilasciare “garanzie green” su progetti domestici in grado di agevolare la transizione verso un’economia a minor impatto ambientale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili e promuovere iniziative volte a sviluppare una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti.

SAIB nasce nel 1962 quando Eva Bosi ed il marito Giorgio Rinaldi decidono di riutilizzare gli scarti inutilizzati della lavorazione nel piacentino dei pioppi, sull’esempio di quanto stavano già facendo i colossi americani del mobile, per creare un prodotto innovativo ed economicamente vantaggioso rispetto al legno massello: il pannello truciolare. Nel 1994 viene avviata la conversione da uso di legno vergine a uso di legno a fine vita con la realizzazione di pannelli eco-sostenibili con legni di recupero, già usati e scartati, a favore di un processo che non impatta sulla natura.

«All’inizio si fabbricavano solo 30 metri quadri al giorno di pannelli. Oggi siamo arrivati a 2mila metri cubi. Dal solo pioppo siamo progressivamente passati a trattare il legno a fine vita che ci viene portato dal consorzio che gestisce la raccolta differenziata in Italia» sottolinea la nipote della fondatrice, Clara Conti, uno dei tre amministratori delegati (gli altri sono Giuseppe Conti e Sergio Doriguzzi).

«Il finanziamento – per il quale lo studio Dentons ha fornito la sua assistenza legale – si inserisce in un globale progetto di sviluppo degli impianti di produzione (in totale sei linee di fabbricazione, due per pannelli truciolari grezzi e quattro per i “nobilitati”, ossia ricoperti di carta melaminica) per un investimento totale di 20 milioni di euro. La messa in funzione del nuovo impianto di filtraggio dei fumi di essiccazione, a completamento del virtuoso percorso di investimenti nell’abbattimento delle emissioni, porta SAIB ad essere uno degli stabilimenti di truciolare con il minor impatto ambientale in Europa» il commento dell’ad Sergio Doriguzzi.

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