La guerra in Ucraina pesa sempre di più anche sull’economia e allunga la sua ombra sull’orizzonte del secondo trimestre. Il centro studi di Confindustria parla di “netto indebolimento” a marzo, di un ormai “compromesso” aprile, e vede “prospettive cupe” delle quali sarà difficile liberarsi perché con i tassi in aumento l’Italia avrà sempre meno margini per manovre espansive.
Il decreto anti-rincari
I dati in peggioramento, già messi in conto dal Governo nel Def, sono la spinta per il nuovo decreto anti-rincari, per famiglie e imprese, in arrivo la prossima settimana. Ma per il ministro del Lavoro Andrea Orlando c’è un paletto: i nuovi aiuti alle imprese – “un’esigenza indiscutibile” – vanno subordinati all’adeguamento dei contratti, perché bisogna aumentare i salari per evitare una crisi sociale. Per questo bisogna ”lavorare ad un accordo”.
La risposta di Confindustria
Pronta la risposta del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che ha rilanciato la proposta del taglio del cuneo fiscale e la palla nel campo del governo: “Abbiamo sprecato 8 miliardi per ridurre l’Irpef invece che il cuneo contributivo, ma le risorse ci sono anche adesso – ha detto – E’ ora di mettere soldi in tasca agli italiani, perché il potere di acquisto è stato ridotto dall’inflazione. Ma non possiamo farlo attraverso aumenti salariali, perché le imprese hanno meno margini. Dobbiamo farlo tagliando le tasse”.
A due mesi dallo scoppio della guerra la crisi economica si va aggravando, e la congiuntura flash di aprile di Confindustria ne fotografa le ragioni. “Il conflitto in Ucraina amplifica i rincari di energia e altre commodity, e accresce la scarsità di materiali e l’incertezza. Sommandosi agli effetti dei contagi, ciò riduce il Pil nel 1° trimestre 2022 e allunga un’ombra sul 2°: l’andamento in aprile è compromesso e le prospettive sono cupe”, scrive il centro studi.
La necessità di misure espansive
I segnali sono evidenti: l’erosione della fiducia delle imprese manifatturiere si è accentuata, i servizi sono “in stallo”, l’export debole. Per questo secondo Confindustria “ci sarebbe bisogno di misure espansive”. Una mossa che l’Italia non potrà permettersi, perché con i tassi di mercato a lungo termine in risalita crescerà gradualmente la spesa per interessi, man mano che le nuove emissioni avverranno a tassi più alti.
Perciò, “l’Italia avrà meno spazi di bilancio per mettere in campo una nuova manovra espansiva di finanza pubblica. Dato l’alto debito, le politiche dovranno essere prudenti anche per evitare ulteriori balzi dello spread”.
Bankitalia: la recessione in Italia è poco probabile
Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco frena il pessimismo: una recessione in Italia “è poco probabile”, perché quello in Ucraina “è un conflitto gravissimo, un evento terribile, ma è circoscritto e al momento non ha quella dimensione globale che ha avuto la crisi finanziaria del 2009 o la pandemia stessa”, ha detto al Tg3. Visco non nasconde le difficoltà dei prossimi mesi, che saranno ancora caratterizzati da alti prezzi del gas e del petrolio, che poi scenderanno “nel corso del secondo semestre, e con più decisione alla fine dell’anno”.
Ma l’Italia, spiega, è “sicuramente in grado di reggere” il peso delle sanzioni alla Russia. Quindi niente panico, e avanti compatti con i “nervi saldi”, ma certamente “con un’attenzione particolare alle fasce più deboli della popolazione che più saranno colpite” dalle conseguenze economiche degli scenari di guerra.
Il patto proposto dal Ministro Orlando
E proprio per aiutare la fascia più ampia possibile di cittadini, aggravati dagli aumenti dei prezzi, il ministro Orlando lancia la proposta di “un patto, un accordo, che dica: se servono soldi per aiutare le imprese con gli aumenti delle bollette e delle materie prime, questi devono essere subordinati anche al rinnovo e all’adeguamento dei contratti”. Perché “senza aumento dei salari dei lavoratori ci sarà una crisi sociale e se non c’è ripresa della capacità di acquisto ci sarà una drammatica caduta della domanda interna”.
L’aumento dei salari chiesto dai sindacati
D’accordo anche i sindacati, che chiedono un intervento che faccia salire stipendi – anche delle partite iva – e pensioni. Per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, è l’ora di uno scostamento di bilancio, e di nuovi interventi sugli extraprofitti delle imprese, “perché è il momento che chi si è arricchito e ha di più metta mano al suo portafoglio e dia a chi ha meno”. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, accusa il Governo di non aver voluto agire sul cuneo fiscale, per fare invece una riforma dell’Irpef che non ha avuto gli effetti sperati, e lo invita a rimediare al più presto: “Se ci sono interventi adesso, devono essere destinati a salari e pensioni, poi a tutto il resto”.