L’economia italiana è “ferma’.
“Il profilo attuale è ai limiti della recessione tecnica”, quindi sul prodotto interno lordo, anche con una piccola ripresa nella fine dell’anno, “si dovrebbe arrivare allo 0,8% (rispetto alla stima precedente dell’1,2%), l’1% diventa molto complicato” da raggiungere.
Inoltre, “quanto meno cresciamo tanto più è problematica l’impostazione della manovra”.
È quanto emerge dalle previsioni dell’Ufficio Studi di Confcommercio nella congiuntura di settembre, in cui si stima che “il valore tendenziale dell’inflazione di ottobre, in assenza di shock, scende dal 5,3% all’1,9%”.
Per quanto riguarda le proiezioni dell’inflazione, spiega Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, “la nostra previsione per settembre è uno zero che porterebbe il tendenziale al 5,3%”, e per ottobre la previsione è di uno “0,1% congiunturale.
Con queste due variazioni congiunturali, il tendenziale scende da 5,3 a 1,9%”.
Sull’aumento di tassi, dice, “alcuni criticano la Bce per l’aumento dei tassi perché contraggono l’economia, l’alternativa è che se non facesse nulla avremmo tassi per dieci anni al 15%”.
La Bce guarda alle stime Eurostat sull’inflazione, “ma se il direttivo non guardasse solo al dato puntuale ma guardasse agli sviluppi futuri in assenza di shock, potrebbe tranquillamente valutare che ad aprile 2024 anche la core inflation misurata nell’area euro sarebbe in linea con i propri target.
Ma non è un dramma se oggi i tassi saliranno dello 0,25%”.
Quanto ai consumi, mentre nel secondo quarto dell’anno i consumi delle famiglie hanno tenuto, ad agosto si registra una “piccola riduzione dei consumi” dello 0,2%.
Le famiglie italiane hanno sostenuto i consumi intaccando la propria ricchezza finanziaria, con “una perdita reale per una famiglia pari a 17.600 euro di potere di acquisto” negli ultimi due anni.
Ora le famiglie devono ricostituire quello che hanno eroso, e questo comportamento “avrà un impatto negativo sui consumi dello 0,5% per l’anno in corso.
La stima per il 2023 è dell’1% di crescita dei consumi, e di 0,7-0,8% nel 2024, che sconta un effetto ricchezza negativo”.
“L’economia italiana – ha commentato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – quest’anno è cresciuta più di altri Paesi europei, ma oggi preoccupa il suo rallentamento.
Occupazione e produzione mostrano, infatti, segni di fragilità.
Serve un’operazione fiducia attraverso la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime confermando, anche per il 2024, la riduzione del cuneo fiscale.
Sarebbe una boccata di ossigeno in grado di rimettere in moto i consumi e la nostra economia”.