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Confcommercio: «Nuove chiusure, attese perdite di fatturato per 15,5 miliardi. Bar e ristoranti i più colpiti»

È allarme dei commercianti per le nuove restrizioni decise con il decreto Covid. Con l’Italia per la gran parte in zona rossa a partire da lunedì ci saranno danni consistenti per il commercio con perdite attese di fatturato di circa 15,5 miliardi nel complesso sul territorio nazionale.

Il calcolo arriva dalla Confcommercio, che si dice fortemente preoccupata per il nuovo lockdown deciso dal Governo per fronteggiare la ripresa dei contagi da Covid 19 parlando di chiusure «insostenibili».

In un mese nel quale cade la Pasqua in un anno senza la pandemia, sostiene la Confcommercio, si spendono nel settore oltre 50 miliardi tra vestiario, mobili, bar e ristoranti, servizi di alloggio, trasporti escluse le auto, i servizi ricreativi e gli altri servizi vari.

«Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – spiega il direttore dell’Ufficio studi, Mariano Bella – i consumi dei nostri settori resteranno sostanzialmente inalterati perché c’era già il lockdown. Se invece confrontiamo la situazione di quest’anno con lo stesso periodo del 2019 la perdita si aggira sul 30%».

Secondo lo studio della Confcommercio i più penalizzati sono i bar e i ristoranti (chiusi anche in zona arancione al pubblico e aperti solo per asporto e consegna a domicilio). Se la chiusura durasse un mese (nel quale cade la Pasqua) su 8,5 miliardi di fatturato circa se ne potrebbero perdere fino a cinque con una riduzione che supera per il comparto il 60%. In pratica la perdita si concentra per un terzo proprio nella ristorazione.

Per il vestiario il calo è più contenuto e sfiora con poco più di un miliardo di perdita attesa, pari al 20% mentre per i servizi di alloggio il calo atteso è quasi totale con 3,3 miliardi di fatturato in meno stimati. Altri 3,6 miliardi dovrebbero perdersi nel settore dei trasporti, in genere molto attivo nel periodo pasquale con i ritorni a casa per le feste e i viaggi di primavera.

«Si fa il confronto tra il valore potenziale dei consumi senza chiusure nel mese medio pasquale del 2021 rispetto all’analogo periodo del 2019 – spiega la Confcommercio – utilizzando le perdite stimate per il 2020 aggiornate con i dati dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) e con le stime dei consumi complessivi del 2020 della Contabilità Nazionale».

Su base annua l’89,6% del valore totale perso dalla spesa delle famiglie, inclusi i consumi dei non residenti (115 miliardi su 128 persi nel complesso nel 2020) «è dovuto ai pochi settori esplicitati, esattamente quelli, appunto, più colpiti dalla pandemia: consumi non alimentari, cultura, convivialità e filiera turistica».

«Il lockdown – denuncia il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – è una strategia insostenibile per le imprese del terziario perché tardano gli indennizzi dovuti e mancano ancora indicazioni sugli interventi per compensare le perdite di fatturato ormai ingenti. Chiediamo che il decreto Sostegno ridia effettivamente ossigeno alle imprese e non arrivi fuori tempo massimo».

Anche la Coldiretti si dice preoccupata per le chiusure di bar, ristoranti e agriturismi con un “crack” complessivo di circa cinque miliardi che a cascata pesa su interi settore dell’agroalimentare come vino e cibi invenduti per «11,5 miliardi dall’inizio della pandemia».

Secondo l’associazione, «sono 7 milioni gli italiani che tradizionalmente consumano il pranzo fuori casa a Pasqua per una spesa stimata pari a 400 milioni», mentre «un italiano su tre dovrà rivedere i propri programmi nel lungo weekend di Pasquetta dedicato tradizionalmente alle gite fuori porta».

Per il Codacons, le chiusure decise dal governo porteranno ad un crollo della spesa di 4,3 miliardi: solo nei giorni di Pasqua e Pasquetta, calcolano i consumatori, si perderanno 560 milioni.

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