La pandemia ha cambiato consumi ma anche costumi degli italiani, con una serie di mutamenti ancora non pienamente ipotizzabili; se ne è discusso nell’ambito del Premio Ischia internazionale di giornalismo nel dibattito sul tema “Crisi economica post covid come cambiano i consumi degli italiani” moderato da Federico Monga (direttore de Il Mattino) ed al quale hanno partecipato Fabio Tamburini (direttore de Il Sole 24 Ore), Francesco Morace (sociologo) e Fernando Vacarini (responsabile media relations del Gruppo Unipol).
L’analisi dei relatori ha toccato diversi punti, partendo dal debito pubblico che crescerà ulteriormente: “Ma gli italiani – ha sottolineato Tamburini – sono anche virtuosi risparmiatori, nelle banche sono depositati 1.500 miliardi di euro. Certo, vedere le aree centrali di città come Roma e Milano desolatamente vuote è uno scenario fino a qualche tempo fa assolutamente inimmaginabile”.
Vacarini si è soffermato sulle nuove esigenze del cliente e sul sempre più dilagante fenomeno dello smart working: “Sicuramente prenderà piede, ci ha aiutato nella fase più acuta della pandemia, ma l’organizzazione va ripensata. I dipendenti possono lavorare alcuni giorni a casa, ma non possono fare a meno di recarsi anche in azienda. Abbiamo notato che sta mancando quell’interazione e quell’osmosi che consente di trovare anche nuove idee, processi fondamentali nello sviluppo di un’azienda”.
Il Covid, nel periodo del lockdown, ha cambiato anche abitudini legate alla quotidianità, aiutando a rivalutare anche la centralità del contesto familiare, come ha ricordato Morace.








