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Ci si aspetta un ottimo bilancio dal turismo in montagna | L’analisi

“C’è una grandissima ricerca della montagna da parte degli italiani e la monocultura dello sci non esiste più. Non c’è ancora un bilancio (sarà pronto dopo Pasqua, ndr) ma posso dire che è molto buono per tutti, Appennino compreso perché adesso sta lavorando bene”. Così in un’intervista con l’AGI, Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef) tracciando un bilancio parziale della stagione sciistica invernale in Italia, la prima dopo i due anni molto difficili legati alla pandemia di coronavirus.

Dopo la chiusura improvvisa della stagione 2019/2020, l’inverno 2020/2021 era stato caratterizzato da aperture solo per alcune categorie di sciatori (non per i turisti) e quello 2021/2022 dalle restrizioni legate al green pass. La stagione in corso ha visto la montagna italiana assoluta protagonista in tutto l’arco alpino anche perché in Austria, Svizzera e Germania ci sono state diverse stazioni sciistiche rimaste con poca neve causa precipitazioni nevose nulle unite alle temperature.  Nel mese di dicembre ci sono state gare internazionali importanti annullate ed impianti che hanno chiuso a seguito di un clima ‘tropicale’ per la media stagionale. 

“L’Italia è stata un’isola felice in tutta l’Europa centrale – aggiunge Ghezzi che è anche presidente degli impiantisti a livello europeo (Fianet) -. Ricordiamoci che a gennaio in Austria, Francia e Svizzera era disponibile il 50% delle piste e c’erano strisce bianche che scendevano dalle montagne”. Ghezzi ha poi proseguito dicendo, “la Val d’Aosta mi ha riferito che sta portando a termine una delle migliori stagioni di sempre, ottimi i numeri per le altre regioni, dalla Lombardia arrivando fino al Friuli comprese Trentino, Alto Adige e Veneto, e anche in Piemonte è andata bene”.

Parlando dei rincari dovuti all’energia, la presidente dell’Anef spiega, “se non ci fosse stato l’aumento pazzesco dell’energia sarebbe stata una stagione da record” e aggiunto, “per fortuna il costo è raddoppiato perché all’inizio della stagione le bollette erano triplicate”. Per quanto concerne le attività invernali, Ghezzi ha specificato, “non c’è più la monocultura dello sci perché l’offerta è aumentata, in montagna ci sono persone che prendono il sole, effettuano camminate con le ciaspole oppure si godono la gastronomia e ci sono località che offrono anche musei”.

“Sulle montagne italiane sono tornati gli stranieri, soprattutto dai Paesi dell’Est con la Polonia in testa ma poi anche tedeschi, inglesi e scandinavi – analizza Ghezzi -. Il turista italiano era ovunque e anche la provenienza è stata globale con un buon sposamento anche dalle regioni del Meridione. Stagione molto buona anche per l’Appennino. Natale non si recupera più, ma le nevicate di metà gennaio stanno salvando la stagione”.

In attesa dei dati definitivi della stagione invernale che terminerà tra circa un mese, i primi a tracciare un bilancio dicendosi soddisfatti sono stati gli impiantisti del carosello di Dolomiti Superski. Rispetto allo scorso anno c’è stato un incremento di 15% di passaggi agli impianti e del 17,1% di giornate sci vendute. In merito alle tipologie di skipass vendute, è stato registrato un +41% di skipass giornalieri, +15% di skipass di 6 giorni e +26% di abbonamenti stagionali.

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