Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Caritas Roma: più gente per strada, rimpallo tra le istituzioni

“Notiamo un forte aumento di persone accampate per strada, ma sembra che nessuno se ne accorga”. ƈ la denuncia di don Benoni Ambarus, direttore della Caritas diocesana di Roma, in una intervista ad Avvenire. “In questo periodo tutto il sistema dell’accoglienza si ĆØ inceppato. Non ci sono più state accoglienze in entrata, ma solo uscite e queste persone si stanno riversando sulla strada”. E non si tratta solo di immigrati.
“Molti vivevano in maniera precaria, di lavoro nero, in più persone in casa, e non avendo più uno stipendio a causa del lockdown, l’unica scelta ĆØ la strada”. “Ci stanno arrivando tantissime richieste di chi ci chiede di pagare l’affitto perchĆ© non ha più soldi. Sono disperati perchĆ© rischiano di finire per strada e per strada ne finiranno tantissimi. E quello che mi fa più male ĆØ sentire che crea disagio, non che ĆØ un dramma. Servirebbe uno scatto di dignitĆ  delle istituzioni. Ognuno ci metta qualcosa. Più volte abbiamo detto di essere disposti a fare la nostra parte ma non possiamo fare tutto noi. Fin quando non diventerĆ  un problema di ordine pubblico o col rischio di un focolaio. E allora scatterĆ  la caccia alle streghe. Non si tratta di fare uno sgombero ma di affrontare il problema, non sono rifiuti da portare da una parte all’altra della cittĆ ”.
“Sono mesi che stiamo provando con Regione, Asl e Comune a istruire una pratica perchĆ© se non c’ĆØ qualcuno che si prende in carico di fare il tampone e chi predispone una struttura per l’autoisolamento, non riusciamo più ad accogliere, a meno di farlo in maniera incosciente. Roma non ha luoghi per questo. C’ĆØ stato un rimpallo tra le istituzioni. Abbiamo chiesto di convocare un tavolo e se individuano una struttura e le Asl fanno i tamponi, noi ci mettiamo la parte nostra, ci prendiamo in carico le persone. Ma non si riesce, sembra che ora siano altre le prioritĆ . CosƬ il segno più vistoso ĆØ la strada. E allora noi ci stiamo organizzando”.
“Nella nuova struttura di accoglienza di Villa Letizia, che ha più di cento posti, abbiamo riservato uno spazio apposta per l’autoisolamento. ƈ stato uno sforzo straordinario. Ma la Asl deve fare i tamponi, non può chiederci di pagarli noi, e deve predisporre una struttura dove ospitare le persone in attesa delle analisi. Poi noi mettiamo a disposizione un piano di villa Letizia, dove ospitarli per 14 giorni, per poi trasferirli negli ostelli”. E cosa ĆØ stato fatto? “Per i senza dimora non si fa niente. Mi rendo conto che stiamo affrontando un problema nuovo, ma se non lo facciamo adesso, a settembre diventerĆ  una situazione allucinante. Se a settembre si presenta alla mensa o all’ostello una persona con 37,5 come facciamo? Come faremo a rispondere ai tantissimi che verranno a bussare?”

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.