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Cardinali (JP Morgan): «Recovery Fund opportunità unica. Ora l’Italia pianifichi il futuro, puntando anche sui privati»

Investimenti, riforme strutturali e meno burocrazia per far ripartire il Paese. Per Francesco Cardinali è questa la ricetta per “cavalcare” l’onda anomala con cui il Covid-19 ha messo in seria difficoltà l’Italia. Per il senior country officer di Jp Morgan in Italia, il nostro Paese deve affrontare questa sfida come una grossa opportunità, cogliendo prima di tutto la palla al balzo del Recovery Fund.

«Oltre alle riforme e agli investimenti pubblici, è necessario incentivare gli investimenti privati derivanti dal risparmio domestico e dai capitali esteri. I mercati dei capitali hanno mostrato fiducia nel sistema Italia, ma questa fiducia non è eterna e incondizionata. Gli investimenti pubblici e privati devono indirizzarsi verso un obiettivo: la modernizzazione del Paese. Bisogna lavorare sulle direttrici strategiche già delineate nel rispetto della sostenibilità e dell’equità economica e sociale di medio e lungo periodo: la digitalizzazione, la transizione ecologica, l’istruzione, l’innovazione e la ricerca, il sistema sanitario, le infrastrutture, la semplificazione della pubblica amministrazione».

Un piano strategico con cui svoltare definitivamente e colmare le lacune strutturali che l’Italia vive da troppi anni, in un contesto macroeconomico caratterizzato da grande liquidità, tassi bassi e una risposta fiscale rapida e incentivante, finalmente di matrice europea. Secondo Jp Morgan, le previsioni macro di crescita attualmente prevedono in media una discesa del 6,3% in Europa. Per l’Italia nell’anno un -9%, per la Spagna un -10,6%, per la Francia un -8.4% e per la Germania un -4,5%. Ma nello scenario disastroso, economicamente parlando, c’è necessità di imporre una visione a lungo termine che rifletta sulle sfide che questa crisi sanitaria ha posto. Così come molte imprese hanno fatto.

«All’inizio dell’emergenza sanitaria le imprese erano concentrate soprattutto sulle esigenze di liquidità e sulla contingenza operativa. Da maggio si è osservato un cambiamento: le imprese hanno iniziato a riconsiderare il proprio modello di business in un contesto geopolitico e finanziario completamente diverso rispetto al passato. È cambiato l’atteggiamento dei consumatori, ma anche quello dei Governi. Il consiglio che diamo è che ogni impresa, attiva in qualsivoglia settore, se non lo ha già fatto, rifletta in maniera critica sulla validità e la sostenibilità del proprio modello di business nell’era post Covid, e, laddove giustificato, su come trasformarlo. È evidente che i consumatori saranno più attenti alle spese, utilizzeranno maggiormente i canali digitali, viaggeranno meno e si focalizzeranno di più sulla propria salute e il proprio benessere. Alcuni settori, come il retail e i trasporti, hanno già subito l’impatto di questi cambiamenti».

Fondamentale, secondo Cardinali, sarà il ruolo del settore finanziario, chiamato a un necessario cambiamento, soprattutto tecnologico. «La spinta del settore bancario verso i canali digitali è irreversibile ed è anche alla base del consolidamento in atto: l’entità degli investimenti in tecnologia necessari per realizzare un processo di innovazione reale è tale da supportare l’ipotesi di un ulteriore consolidamento. Jp Morgan da sola investe più di 12 miliardi di dollari all’anno in tecnologia». Una sfida ambiziosa per il settore bancario, che per il senior country officer di Jp Morgan riuscirà a reggere la portata della crisi, soprattutto “grazie anche ad un livello di patrimonializzazione più solido” rispetto al passato.

Insomma: incertezza sì, ma anche opportunità. Che l’Italia dovrà perseguire, se non vuole lasciarsi investire da una crisi senza precedenti. «Alcune aziende, quelle con liquidità a disposizione, si potranno permettere di acquisire altre aziende. Altre dovranno rifocalizzarsi sul core business e cedere asset. Altre ancora avranno bisogno di capitali e aprirannno l’azionariato ad investitori terzi. In questi casi i private equity possono avere un ruolo rilevante, mettendo a disposizione capitale, professionalità ed esperienza. Inoltre si intensificheranno i processi di consolidamento e aggregazione già avviati prima della crisi, ma anche nei settori più colpiti dagli effetti della pandemia: per esempio il retail dove molte aziende non hanno necessariamente le dimensioni sufficienti per affrontare una crisi di questo tipo».

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