«La sesta edizione di Med ha segnato una tappa importante per promuovere il dialogo e il confronto tra Governi e società civili sulle tematiche del Mediterraneo allargato. Il mezzo virtuale imposto dalle circostanze, se ha forse tolto un po’ di spontaneità, ha fatto crescere esponenzialmente l’outreach e ha moltiplicato la quantità e la qualità dei partecipanti». Lo sottolinea l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente dell’ISPI, che assieme al ministero degli Esteri ha organizzato i Med Dialogues 2020 conclusisi venerdì con l’intervento del premier Giuseppe Conte.
In questa occasione «è emersa», osserva Massolo, «la volontà di andare oltre la pandemia, di uscire dall’inerzia, dalla logica dell’assistenzialismo. Pur non mancando forti timori per le conseguenze economiche e sociali che potranno venire. Malgrado tutto, è stato possibile tracciare un’agenda positiva, oltre il Covid, per la regione allargata. I suoi punti sono riassumibili nell’impegno ad una maggiore coesione tra i Paesi europei e a più collaborazione regionale nella sponda sud; ad una crescita più inclusiva che faccia leva sulla transizione energetica e sul digitale; ad un uso collaborativo delle risorse energetiche; alla gestione in comune dei flussi migratori favorendo corridoi legali; all’empowerment delle donne e dei giovani; al dialogo con e tra le fedi religiose».
Impegni, spiega, «che possono apparire scontati, ma che non era evidente ribadire congiuntamente in circostanze così difficili. Per ISPI – afferma ancora l’ambasciatore – è stato motivo di orgoglio poter collaborare anche quest’anno con il Governo italiano alla realizzazione di Med Dialogues 2020. L’Italia dispone ormai di una piattaforma affermata ed efficace, unica nel suo genere, per far sentire la sua voce e per promuovere dialogo e iniziative congiunte nel Mediterraneo allargato. Ritengo che sia un fatto importante e uno strumento prezioso di cui avvalersi».








