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Borghi d’Italia: 90mila occupati e 9 milioni di visitatori che generano un impatto di 5 miliardi di Pil | L’analisi

Un impatto di 5 miliardi di euro l’anno sul Pil nazionale: a tanto ammonta il contributo che deriva dai circa 9 milioni di visitatori annui dei borghi più belli d’Italia, che quindi rappresentano non solo un inestimabile patrimonio storico, paesaggistico, artistico e culturale, ma anche una importante attrazione turistica e conseguente fonte di valore economico.

Ad affermarlo è Marco Vulpiani, Senior Partner ed Economic Advisory leader di Deloitte, nel commentare in anteprima lo studio ‘L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia’, presentato oggi pomeriggio in un incontro all’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, in collaborazione con l’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, associazione che dal 2002 opera per valorizzare i piccoli centri abitati che esprimono un’eccellenza del nostro Paese e della sua bellezza.

Per Vulpiani, “valorizzare il potenziale dei borghi significa non solo preservare il nostro patrimonio storico, paesaggistico, artistico e culturale, ma anche contribuire ad una crescita sostenibile e inclusiva del sistema Paese.

Adottando infatti misure che ne contrastino lo spopolamento, si può generare valore condiviso con il territorio nazionale in termini economici, occupazionali e sociali.

Il processo di digitalizzazione e sistemi di lavoro flessibili possono rappresentare una possibile azione di contrasto del fenomeno dello spopolamento dei borghi, migliorando l’attrattività degli stessi per quanti hanno la possibilità di lavorare da remoto e favorendo lo sviluppo di imprese locali in grado di sfruttare l’infrastruttura digitale.

Il loro valore quindi non è solo economico ma anche e soprattutto sociale”.

Per Fiorello Primi, l’associazione di cui è presidente “è impegnata fortemente nel favorire lo sviluppo di attività di valorizzazione e promozione delle ricchezze enogastronomiche, storiche, artistiche e paesaggistiche dei borghi, con l’obiettivo di creare nuove occasioni di lavoro per i giovani e di contrastare il fenomeno dello spopolamento”.

E Massimo Bray, direttore generale della Treccani, aggiunge che “la tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, architettonico e artistico italiano, così come della lingua e delle tradizioni del nostro Paese, fa parte della storia dell’Istituto della Enciclopedia Italiana sin dalla sua fondazione.

La presentazione di questo interessante progetto, che ci aiuta a comprendere non solo il valore culturale dei borghi storici più belli d’Italia ma anche le loro notevolissime potenzialità per il turismo e l’economia, ci spinge a continuare il lavoro di diffusione del sapere proprio della nostra missione”.

Lo studio di Deloitte ci dice che nel 2022 i visitatori complessivi dei ‘Borghi più belli d’Italia’ sono stati oltre 8,8 milioni, per un totale di circa 21,5 milioni di pernottamenti.

Circa il 37% di questi visitatori sono stranieri, mentre circa il 32% sono visitatori giornalieri.

La spesa diretta in Italia derivante dalle presenze turistiche nei Borghi nel 2022 è stimata in circa 4,6 miliardi di euro.

A fronte di tale spesa diretta, si stimano oltre 9 miliardi di euro di ulteriore spesa indiretta e indotta, per un totale di circa 13,8 miliardi di euro di spesa complessiva generata in Italia.

Al netto dei consumi intermedi, si stima quindi un contributo al Pil pari a circa 5 miliardi di euro, equivalente allo 0,3% del Pil italiano.

Si stima inoltre che il turismo nei borghi abbia sostenuto nel 2022 oltre 90mila occupati e abbia avuto un importante effetto positivo sulle entrate fiscali a livello nazionale, pari a oltre 2,3 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo di euro di Iva.

I settori maggiormente impattati sono alloggio e ristorazione, commercio e trasporti, beneficiando di circa il 60% dell’impatto totale.

Quanto alle zone più impattate dalle presenze turistiche, in testa il Centro e il Nord-est Italia.

Attualmente, i borghi certificati dall’associazione attraverso un rigoroso processo di valutazione, esso stesso certificato ISO 9001, sono 362, diffusi su tutto il territorio nazional.

Le regioni con il maggior numero sono le Marche, con 31 borghi, l’Umbria anch’essa con 31 e la Toscana con 29, confermando così una presenza particolarmente concentrata nel Centro (32,2%).

Trentino-Alto Adige, Toscana, Liguria, Marche e Lombardia, invece, sono le regioni che hanno ricevuto più visitatori.

Considerando l’impatto economico generato dal turismo nei borghi nel 2022 come percentuale del Pil, lo studio Deloitte stima che questo sia maggiore al Centro e al Nord-est.

In particolare, le aree in cui il contributo economico come percentuale del Pil risulta maggiore sono il Centro e Nord-est, con circa lo 0,4% del Pil, seguite dalle Isole, con oltre lo 0,3% del Pil.

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