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Bank of America: utili a picco nonostante il pacchetto di misure del governo federale

Si tratta di una delle più grandi sfide che il sistema finanziario abbia mai dovuto affrontare dal 2008: una spirale recessiva che travolge i principali istituti finanziari Usa.
L’utile di Bank of America ha evidenziato un calo del 52% nel secondo trimestre, in scia agli accantonamenti per perdite sui crediti da miliardi di dollari predisposti dalla banca. Nel dettaglio, BofA ha contabilizzato un profitto di 3,53 miliardi di dollari, a fronte dei 7,35 mld usd di un anno prima. L’Eps ad azione ammonta invece a 37 centesimi, contro le attese di 28 centesimi degli analisti contattati da FactSet. Gli utili hanno risentito dell’incremento degli accantonamenti per perdite sui crediti, una misura che riflette le preoccupazioni della banca statunitense di una recessione economica legata alla pandemia di coronavirus peggiore del previsto. Nello specifico, la banca ha accantonato 5,12 miliardi di dollari, contro i 4,76 mld usd messi da parte nell’ultimo trimestre. L’attuale recessione si mostra insolita in quanto il governo federale degli Stati Uniti ha garantito un pacchetto di stimoli economici senza precedenti per aiutare le imprese e i consumatori, mentre gli istituti di credito hanno concesso la possibilità ai clienti di saltare il pagamento dei debiti. Nonostante questo, i dirigenti delle banche si aspettano delle insolvenze. Bank of America, che è la seconda grande banca statunitense in termini di asset, gode di una vasta base di clienti nel Paese, che la rendono particolarmente sensibile allo stato dell’economia. La banca ha generato un fatturato di 22,33 miliardi di dollari, un calo del 3% rispetto ai dati dello scorso anno. Il business dei mercato dei capitali rappresenta un motivo di speranza per la banca. Il fatturato rettificato delle attività di trading ha mostrato una crescita del 35% rispetto a un anno prima, passando da 3,27 a 4,41 miliardi di dollari.

Morgan Stanley ha invece registrato un incremento dell’utile del 45% nel secondo trimestre dell’anno, nonostante l’impatto della pandemia. Nello specifico l’istituto di credito statunitense ha contabilizzato un fatturato di 13,4 miliardi di dollari e un utile di 3,2 miliardi usd, ovvero 1,96 dollari ad azione, battendo in entrambi i casi le stime degli analisti di Wall Street che avevano previsto un utile di 1,77 miliardi di dollari pari a 1,12 usd ad azione.
Le performance degli istituti di credito del trimestre hanno mostrato due linee di tendenza molto chiare: da una parte le grandi banche commerciali e di consumo come JpMorgan Chase e Bank of America, che hanno incrementato gli accantonamenti relativi alle perdite sui crediti con ripercussioni negative sui propri utili, dall’altra l’aumento delle attività di trading e di sottoscrizione sono andate a beneficio di colossi di Wall Street come Morgan Stanley e Goldman Sachs.

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