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Appalti: Confindustria, intervenire su quadro regolatorio con modifiche ad hoc | Lo scenario

“È necessario intervenire sul quadro regolatorio attuale con delle modifiche ad hoc.

Il correttivo del Codice diventa quindi un’importante occasione per superare gli ostacoli che impediscono di sfruttare pienamente il potenziale del mercato degli appalti pubblici“.

Ad affermarlo è Confindustria nel corso della sua audizione in Commissione VIII alla Camera dei Deputati sul codice dei contratti pubblici.

Gli appalti pubblici, sottolinea viale dell’Astronomia, “svolgono una funzione strategica non solo per una maggiore efficienza della spesa pubblica per lavori, servizi e forniture, ma anche per promuovere politiche industriali che stimolino innovazione, competitività, concorrenza e processi di transizione ecologica.

È fondamentale quindi assicurare la velocità delle gare pubbliche e lo è altrettanto garantire la partecipazione e la concorrenza”.

Dal punto di vista operativo, aggiunge Confindustria, “la riforma attuata col nuovo Codice potrà essere effettivamente realizzata solo se si conseguono due obiettivi fondamentali: la completa implementazione della digitalizzazione; l’effettiva qualificazione e, conseguentemente, la consistente riduzione del numero delle stazioni appaltanti”.

Dal punto di vista dei contenuti, la riforma del Codice “allinea la normativa del settore ai più recenti indirizzi della giurisprudenza amministrativa e della normativa europea, ma permangono alcune criticità, che minano il perseguimento degli obiettivi espressi nei tre ”super principi” sui quali si incardina il nuovo Codice appalti: il principio di risultato, di fiducia e di accesso al mercato”.

Nel merito delle proposte, tenuto conto delle specificità che caratterizzano, da un lato, il settore dei lavori e, dall’altro, quello dei servizi e forniture, sottolinea Confindustria, “sarebbe, a nostro avviso, fondamentale una distinzione nella regolamentazione di alcuni specifici istituti, in un’ottica di efficientamento di questi settori con ricadute positive anche in termini di qualificazione della spesa pubblica”.

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