“L’Abi è sempre dialogante, ma noi siamo rimasti alle dichiarazioni di inizio agosto, quando il governo smentiva l’ipotesi di una nuova tassa” sugli extraprofitti e, al momento, “non mi risulta che qualcuno ne abbia parlato.
Per me fanno fede le dichiarazioni del governo o dei ministri. Anche perché vorrei capire chi e come definisce l’equo profitto. In Costituzione non se ne parla, ma neppure nelle leggi dello Stato.
E poi chi riguarda? Non credo ci si debba riferire solo alle banche”.
Lo dice, alla ‘Stampa’, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.
“Nel pieno della crisi finanziaria prima e della crisi bancaria poi, non si è mai parlato di extraperdite.
Inoltre, i tassi non sono in una fase di crescita. Anzi, sul mercato sono in discesa da novembre dell’anno scorso, anticipando i tagli della Bce.
Non dimentichiamo infatti che prestiti e mutui vengono erogati a tassi di mercato, dall’Euribor all’Irs.
I tassi di riferimento sono già più bassi di quelli americani e britannici e la Bce potrebbe tagliare ancora”. Nel 2024, “i rendimenti sono destinati a ridursi.
Poi se ci sono dei bravi amministratori delegati, dei bravi consiglieri e dirigenti, ma anche azionisti che hanno fatto sacrifici con aumenti di capitale, e c’è stata una buona gestione dopo le terribili crisi degli ultimi anni che ha portato buoni risultati, io non credo sia giusto parlare di extraprofitti.
Siamo sempre dialoganti. Il comitato esecutivo appena terminato ha deliberato all’unanimità di incaricare il direttore generale Marco Elio Rottigni di approfondire eventuali misure che possano mettere a disposizione una maggiore liquidità per il bilancio dello Stato.
Siamo pronti a fare la nostra parte, a patto di salvaguardare il patrimonio e i bilanci delle banche per non penalizzare la competitività”, conclude Patuelli.