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Andrea Scauri (Lemanik): «Sarà Unicredit a dettare le tempistiche del consolidamento del settore bancario italiano»

I tre fattori che guideranno le prossime fusioni fra gruppi bancari italiani sono l’utilizzo degli asset fiscali, la vendita di prodotti assicurativi e l’asset management. Le banche guarderanno alle sinergie che si potranno generare combinando questi elementi. Ma le tempistiche del nuovo consolidamento nel settore bancario italiano saranno dettate da Unicredit e dalle priorità del nuovo amministratore delegato, Andrea Orcel. E’ il quadro delineato da Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik, contattato dall’Adnkronos.

A invogliare le banche italiane a fondersi ci sono le nuove norme sui Dta, le imposte differite, previste dal Dl Sostegni Bis. “Il decreto che allunga la possibilità di utilizzare i Dta è fondamentale”, spiega Scauri. I crediti fiscali “compensano i costi di ristrutturazione e gli esuberi” di eventuali fusioni. “Sono sinergie fondamentalmente gratis”. E in particolare sono una dote “molto rilevante” per Mps. Ma le banche potrebbero generare rilevanti sinergie anche dalla vendita di prodotti di asset management. “Con i tassi di interesse a questi livelli le banche possono fare soldi solamente sul risparmio gestito, vendendo i propri prodotti attraverso la rete e gli sportelli”, spiega Scauri. E una rete più grande assicurerebbe vendite maggiori. Inoltre le banche potrebbero unire le quote che detengono in società di asset management, “che in questo momento sono sparpagliate”.

Un esempio, cita il gestore di Lemanik, è Anima, in cui Banco Bpm e Bper hanno quote. “Con una fusione Bper-Banco Bpm ci potrebbe essere una integrazione fra Anima e Arca e si creerebbe un polo di asset management molto rilevante. E si potrebbero vendere i prodotti di Anima su una rete bancaria più grande, estraendo sinergie”

Anima potrebbe avere anche un ruolo nella fusione fra Unicredit e Mps, visto il suo accordo di distribuzione con la banca senese. “Il vero vincitore del nuovo consolidamento, borsisticamente parlando, è Anima, che in qualsiasi scenario diventa un polo dell’asset management italiano”, spiega Scauri. In ogni caso nella partita delle fusioni i tempi “sono tutti guidati da Unicredit. Dipende da quanto tempo Orcel impiegherà per prendere in mano la guida di Unicredit e quali saranno le sue priorità”, sottolinea il gestore di Lemanik. “Se deciderà di procedere prima con una fusione, i tempi potrebbero essere brevi, anche qualche mese. Ma se prima vorrà sistemare il core business e recuperare quote di mercato, i tempi si allungheranno”. Ma tutto, conclude, “partirà dalle decisioni di Unicredit su quale è la prima mossa da fare. Gli altri seguiranno di conseguenza”.

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