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Allarme Confcommercio: il caro energia è peggio della pandemia

Anche se il Pil quest’anno crescerà più del previsto, i consumi arrancano e mettono a rischio la ripresa del settore terziario. L’allarme lo lancia Confcommercio, con il presidente Carlo Sangalli che mette in guardia da una crisi più dura di quella sanitaria: “Quello che non ha fatto la pandemia ai servizi e al commercio, rischiano di farlo gli insopportabili costi energetici”, ha detto aprendo i lavori dell’assemblea annuale.

E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo messaggio all’organizzazione, sottolinea lo stesso rischio: l’aggressione russa all’Ucraina “sta generando un nuovo momento di arresto e involuzione”, dopo i segnali di ripresa in tutti i settori. La rottura degli equilibri e “l’interruzione delle normali catene di valore” sta provocando “forti tensioni” destinate a provocare “aumenti dei costi”, a partire dall’energia. Per Mattarella resta centrale l’attuazione del Pnrr, ed invita istituzioni e forze economiche e sociali ad un impegno “coeso”.

Sangalli ricorda che i servizi “hanno lasciato sul campo della pandemia” 930mila posti di lavoro rispetto al 2019, “e ciò minaccia la capacità di ripresa dell’intero Paese”, perché “il terziario di mercato, cioè le nostre imprese”, non riesce più a compensare il calo dell’occupazione. Inoltre, con l’inflazione elevata si riducono il potere d’acquisto e i risparmi degli italiani, col rischio di aumentare ancora di più la frenata dei consumi. La ripresa dei consumi sarà infatti “più lenta” di quella del Pil: solo a fine 2023 si ritornerà ai livelli pre-pandemici, e solo se le tensioni sulle materie prime si saranno risolte.

Per aiutare famiglie e imprese bisogna quindi agire “a livello europeo”, rivedendo “in modo strutturale le regole di formazione del prezzo dell’elettricità, anche introducendo un tetto a quello del gas”, secondo il presidente di Confcommercio.

Il Governo ha agito per ridurre gli oneri di sistema, introdurre sostegni alle ‘energivore’, ridurre le imposte su bollette e carburanti. Ma “crediamo si possa fare ancora di più”, e va “attentamente valutato l’impatto di filiera” delle tasse sugli extra-profitti delle aziende energetiche.

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti mette però in guardia da chi invoca “interventi ancora più significativi che presupporrebbero scostamenti di bilancio”, perché dimenticano “che siamo un Paese fortemente indebitato”.

Quindi il Governo è impegnato in un “delicatissimo esercizio” che garantisca da un lato una politica di bilancio “seria e consapevole della situazione”, e dall’altro vada incontro alle “legittime richieste di famiglie e imprese”. Ma, “guardando avanti”, il ministro spiega che “bisogna pensare a razionalizzare la spesa”, toccando ad esempio i diversi bonus. “Hanno svolto un ruolo meritorio ma meriterebbero una razionalizzazione”, ha detto Giorgetti.

Sul fronte dei salari, invece, secondo Sangalli “non ci sono scorciatoie” per risolvere il problema dei bassi livelli di quelli italiani, dovuti alla “crisi di lungo corso della produttività e alla debolezza della crescita”. Serve, invece, “uno straordinario impegno comune per rilanciare la produttività complessiva del sistema Paese”, con “un patto per rafforzare la partecipazione al mercato del lavoro”, partendo da Mezzogiorno, donne, e giovani.

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