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[L’Intervento] Alessandra De Palma (Direttore Medicina Legale Policlinico Sant’Orsola di Bologna): «Ecco come raggiungere le 500.000 somministrazioni al giorno»

La Struttura Commissariale per l’Emergenza diretta dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, ha individuato un obiettivo ben preciso da raggiungere: portare le Regioni e le Province Autonome ad un’uniformità di comportamento in ambito vaccinale, limitando le rincorse ed evitando le competizioni non positive; la pandemia da SARS-CoV-2 ci ha insegnato, ormai, che non si tratta di uno sprint, ma di una maratona.

Dunque, è inutile gareggiare per essere “i più bravi”, perché la posta in gioco non è un numero assoluto, ma la salute collettiva e, come ha ribadito recentemente la Corte Costituzionale[1], è pacifica “la competenza statale esclusiva in materia di «profilassi internazionale» … Il titolo per normare attivato dal legislatore statale in forza dell’art. 117, secondo comma, lettera q), Cost. corrisponde, infatti, ad una sfera di competenza che lo Stato già deteneva, nei confronti della Regione, prima ancora dell’entrata in vigore del nuovo Titolo V della Parte II della Costituzione…”.

Il Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID-19, Generale Francesco Paolo Figliuolo ha pertanto previsto il calcolo delle somministrazioni vaccinali a livello centrale, assegnandolo poi a ciascuna Regione/PA, in maniera che sia quotidianamente e settimanalmente rispettato in base alla disponibilità delle dosi attribuite, con l’obiettivo esplicito di regolarizzare la campagna vaccinale a livello nazionale, senza indulgere in eccesso o in difetto e in maniera da uniformarla nella popolazione. Il tutto anche nell’ottica di un aumento progressivo del numero di somministrazioni per raggiungere infine l’obiettivo delle cinquecentomila inoculazioni complessivamente, ogni giorno e nell’intero Paese. I valori da rispettare sono assegnati alle Regioni/PA dieci giorni prima dell’inizio di ogni settimana, con il relativo target di riferimento.

Dunque deve essere garantito l’accesso alla vaccinazione secondo le priorità individuate dal Ministero della Salute, come declinate nuovamente dall’ordinanza n. 6 del 9 aprile 2021 che, in linea con il Piano nazionale del Ministero della Salute, approvato con il decreto 12 marzo 2021, l’attività di vaccinazione deve rispettare un preciso ordine di priorità, come di seguito elencato:

  • persone di età pari o superiore agli 80 anni;
  • persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni contenute alla Categoria 1, Tabella 1 e 2 delle Raccomandazioni ad interim, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari;
  • persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, delle coorti di età compresa tra i 60 e i 69 anni, utilizzando prevalentemente vaccini Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca), sulla scorta delle recenti indicazioni impartite dall’AIFA.

Parallelamente alle suddette categorie deve essere completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del COVID-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private. A seguire, sono vaccinate le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale, parallelamente alle fasce anagrafiche riportate secondo l’ordine indicato.

Le persone che hanno già ricevuto una prima somministrazione potranno completare il ciclo vaccinale con il medesimo vaccino utilizzato per la prima, indipendentemente dall’età.

Con la nota ministeriale Prot. 14837, sempre in data 9 aprile 2021 “Vaccinazione anti SARS–CoV-2/COVID-19. Estensione dell’intervallo tra le due dosi dei vaccini a mRNA.”, il Ministero della Salute ha diffusa una comunicazione dell’AIFA relativa all’intervallo di tempo da osservare tra la prima e la seconda dose, con la conferma di quanto previsto sia dalla RCP dei vaccini a mRNA, sia dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e, precisamente:

  • 21 giorni per il vaccino Comirnaty Pfizer
  • 28 giorni per il vaccino COVID-19 Vaccine Moderna

fino ad un massimo di 6 settimane (42 giorni).

Data la complessità di acquisizione delle dosi vaccinali, gli addetti ai lavori avrebbero auspicato una presa di posizione più netta rispetto alle indicazioni di dilatare l’intervallo fra la somministrazione della prima e della seconda dose, ma ci si è limitati a dire che, ferme restando le tempistiche di cui sopra, l’efficacia è mantenuta se la seconda dose è somministrata entro 42 giorni dalla prima.

Ancora, con la circolare del 14/04/2021 il Ministero della Salute ha trasmesso le nuove indicazioni rispetto al “Vaccino VAXZEVRIA (AstraZeneca). Aggiornamento nota informativa del consenso”, sostituendo la nota informativa del vaccino predecessore AstraZeneca con una nuova allegata alla suddetta comunicazione.

Infine, il 21 aprile 2021, il Ministero della Salute ha trasmesso un’altra nota, questa volta recante l’“Aggiornamento vaccini disponibili contro SARS-CoV-2/COVID-19 e aggiornamento note informative del consenso”. In essa si legge che l’11 marzo 2021 la European Medicine Agency (EMA) ha autorizzato il vaccino contro SARS-CoV-2/COVID-19, denominato COVID 19 VACCINE JANSSEN (Azienda Janssen-Cilag International NV, del gruppo Johnson & Johnson) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo ha approvato il giorno seguente. Dopo l’approvazione del vaccino COMIRNATY (Pfizer/Biontech), del vaccino COVID-19 VACCINE MODERNA (Moderna) e del vaccino VAXZEVRIA (AstraZeneca), quello di Johnson & Johnson è il quarto vaccino contro SARS-CoV-2/COVID-19 che ha ricevuto da parte dell’EMA la raccomandazione per l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata.

Il riassunto delle caratteristiche del prodotto e il foglio illustrativo (agg.to al 13/03/2021) informano che COVID 19 VACCINE JANSSEN è indicato per l’immunizzazione attiva nella prevenzione della malattia da nuovo coronavirus (COVID-19), causata dal virus SARS-CoV-2, in soggetti di età pari o superiore a 18 anni; viene somministrato come singola dose da 0,5 mL,esclusivamente mediante iniezione per via intramuscolare, preferibilmente nel muscolo deltoide del braccio.

Vista la rapida evoluzione delle conoscenze scientifiche e degli eventi, ci accingiamo ad approfondire in un prossimo futuro questi aspetti.


[1] Sentenza n. 37/2021.

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