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“Alcune banche frenano l’erogazione dei prestiti da 25 mila euro. E vi spiego perché”. Il duro atto d’accusa della Federazione dei bancari italiani

“Alcune banche ritengono di guadagnare poco con i prestiti fino a 25mila euro. Così, all’esterno, raccontano una cosa, mentre all’interno danno indicazioni in senso opposto perché parlano di poca convenienza e spingono i direttori di filiale, in maniera subdola, a non erogare credito e contemporaneamente dicono che  lo devono fare per senso civico”.

Lo ha detto il segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) Lando Maria Sileoni, intervistato durante la trasmissione Radio Anch’io su Radio Rai Uno. Secondo Sileoni “la colpa dei ritardi deve essere equamente distribuita tra le istituzioni e una serie di circostanze. La colpa principale parte dal fatto che il governo ha deciso di affidarsi a due soggetti, Fondo pmi e Sace, che strutturalmente non avevano abitudine a garantire questo tipo di prestiti e per loro questo è stato un fatto certamente nuovo”.       

E aggiunge: “Lo scudo penale chiesto dai banchieri è importante per i direttori di filiale che non devono prendersi responsabilità in tema di bancarotta preferenziale e  bancarotta fraudolenta sulla concessione dei finanziamenti  garantiti dallo Stato, ma non condivido l’idea di introdurre uno scudo penale per i prestiti superiori a 800.000 euro, perché a  qualche amministratore delegato verrà la voglia di farsi la campagna elettorale sul territorio e di distribuire i soldi ai  soliti noti”.

“Se fossi stato l’ottimo ministro Gualtieri avrei  inserito, nel decreto liquidità, delle sanzioni penali per  colpire chi fa il furbo tra le banche nell’erogazione dei  prestiti garantiti dallo Stato – prosegue – Non sta a me fare i nomi delle  banche che non stanno applicando le norme correttamente, spetta  al governo e alla Banca d’Italia”.

“Sono dalla  parte di chi ha bisogno di liquidità, ricevo decine di mail  ogni giorno anche io. E’ importante, come ha detto il direttore generale della Banca d’Italia, Daniele Franco, che le banche  utilizzino fino in fondo la liquidità messa a disposizione  dalla Banca centrale europea: questa affermazione è il cappello  politico a tutta l’operazione” conclude Sileoni.

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