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Al via l’accordo tra Iren e Altamin per recuperare il litio nel Lazio | Lo scenario

Iren ha siglato con la società australiana Altamin Limited un memorandum d’intesa per lo sviluppo del recupero del litio dalle salamoie geotermiche del Progetto geotermico litio nel Lazio della stessa Altamin.

Le salamoie geotermiche, scrive il Sole 24 Ore, sono depositi di acqua salata, a temperatura generalmente compresa tra 100 e 300 gradi Celsius, con un’elevata concentrazione di sali – provenienti dalle rocce circostanti – come il litio sotto forma di cloruro, solfato o carbonato disciolto in acqua.

“Il recupero del litio dalle salamoie geotermiche presenta numerosi vantaggi rispetto ai metodi convenzionali, in particolare l’estrazione mineraria e l’evaporazione in bacini di litio”, dice Alexander Burns, presidente di Altamin, spiegando che “il processo si basa sulle normali operazioni geotermiche e produce un risparmio di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

Un ulteriore vantaggio è rappresentato dall’utilizzo della stessa energia geotermica, ritenuta sufficiente ad alimentare le successive fasi di raffinazione senza richiedere l’approvvigionamento da fonti energetiche aggiuntive”.

“Il litio compare nell’elenco delle 34 materie prime critiche censite dalla Commissione europea”, aggiunge Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, spiegando che “è compreso anche tra le 17 classificabili come strategiche.

Si stima che il fabbisogno italiano di questo elemento, per le filiere produttive legate alla transizione energetica e digitale, cresca entro il 2040 fino a 15 volte rispetto a quello del 2020.

Da qui l’interesse di Iren, gruppo in prima linea nel recupero delle materie prime critiche, a mettere a disposizione il proprio know-how, partecipando a progetti innovativi nel settore.

Quello con Altamin è tra i primi progetti europei a mettere in connessione le necessità industriali e i processi di economia circolare: la nostra forte esperienza in questo campo potrà fornire un supporto strategico e di valore”.

Iren è attiva nel recupero di materiali da rifiuti elettronici: “ad Arezzo inaugureremo entro l’anno un impianto che recupera i metalli preziosi da schede Raee attraverso un processo di idrometallurgia, senza usare forni fusori.

Usa una tecnologia italiana brevettata, e sarà il primo in Europa di questo tipo”, continua Dal Fabbro, sottolineando che “nell’impianto di Volpiano, a Torino, vengono già recuperati rame, alluminio, ferro, plastica da diversi elettrodomestici.

In questo campo c’è una grande quantità di materiali che mandiamo all’estero e che potrebbero essere trattati: è una opportunità enorme”.

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