In modalità telelavoro sino a fine anno per il 50% dei lavoratori che svolgono attività praticabili in modalità ‘smart’. E. da gennaio, per il 60% dei dipendenti attraverso il Pola (Piano organizzativo del lavoro agile)”. A dettare i tempi della nuova organizzazione del lavoro, avviata durante la fase emergenziale, è la ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, intervenuta al Forum P.A. “Non si può dare dall’alto una percentuale fissa per tutti, va calata sulla diversa natura delle varie amministrazioni, anche sul diverso livello di digitalizzazione”, ha detto Dadone, sottolineando che “dobbiamo responsabilizzare il dirigente che deve individuare le attività eseguibili in modalità agile. Non c’è nulla di centralizzato o burocratico. Il processo va poi improntato sul risultato”. Per Dadone “se vogliamo una pubblica amministrazione smart, dobbiamo avere del personale altrettanto smart. Dobbiamo avere molta lucidità per immettere nuove competenze, oggi non possiamo permetterci di produrre competenze non più adeguate alle esigenze dell’amministrazione di domani”, ha spiegato. In merito ai concorsi, la ministra ha ribadito “la necessità di dislocare le prove sui territori con una informatizzazione completa, dalla fase dell’iscrizione fino allo svolgimento delle prove che devono essere svolte su pc”.
Novità anche sul fronte dei concorsi per le assunzioni: nei test a scelta multipla si cercherà di inserire delle “prove logico deduttive e dei case studies”. “Ho deciso di investire tanto sulle ‘soft skills’ e ‘life skills’, competenze specifiche per la progettualità – ha dichiarato Dadone – E poi sulle competenze trasversali, quelle con le quali una persona riesce a gestire un lavoro di gruppo o ad agire di fronte a una situazione di stress”. Nella fase di lockdown “c’è stata una sburocratizzazione effettiva e la pubblica amministrazione si è dimostrata all’altezza della situazione riuscendo a superare i propri limiti e a dare un senso di continuità in un momento difficile. L’emergenza ha portato a sciogliere lacci e lacciuoli nel settore”, ha precisato ancora Dadone. Al leader della Lega, Matteo Salvini, che ha definito “irrispettoso” lasciare in smart working fino a dicembre i lavoratori del pubblico impiego, a differenza di quelli del settore privato e gli autonomi, Dadone ha risposto che “bisogna comprendere e abbracciare forte chi crede che il cambiamento si faccia con l’uomo solo al comando e non concepisce il senso di una rivoluzione collettiva e con responsabilità condivise come l’attuazione del vero smart working”.








