In parte è legato ai risultati ottenuti, in parte al modo in cui le piattaforme social affrontano l’intolleranza razziale, l’hate speech e i contenuti pericolosi. Il possibile rifiuto a rinnovare i contratti pubblicitari con i social media poggia dunque su motivazioni economiche e di immagine. Per questo motivo, quasi un terzo dei principali marchi mondiali sospenderĂ verosimilmente la propria pubblicitĂ sui social. Secondo un sondaggio della Federazione mondiale dei pubblicitari (Wfa), di cui riferisce il Financial Times, un ulteriore 41% del campione è invece ancora indeciso. Le domande sono state poste a 58 membri del Wfa, che da soli valgono 90 miliardi di dollari di spesa pubblicitaria a livello mondiale. “Ciò che colpisce”, ha detto l’amministratore delegato di Wfa, Stephan Loerke, è il numero di marchi che affermano di star rivalutando le loro strategie nel lungo periodo e domandano cambiamenti strutturali nell’approccio delle piattaforme ai grandi temi”. La lista delle aziende che hanno sospeso la loro presenza su Facebook si allunga di giorno in giorno e comprende grandi gruppi come Unilever, Verizon, Adidas, Starbucks, Coca-Cola, Ford e Hp.








