Parola d’ordine: evitare gli assembramenti. Sembra facile, ma non lo è. In molti, al momento dell’inizio della Fase 2 si sono riversati in strada, la maggior parte per una ritrovata voglia di movida. Proprio per questo, il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, per evitare assembramenti pericolosi per la salute pubblica ha emanato un’ordinanza. Vietata la vendita per asporto di qualsiasi bevanda da parte di tutte le tipologie di esercizi pubblici, compresi i ristoranti. Il provvedimento sarà in vigore fino al 14 giugno nelle giornate di giovedì, venerdì, sabato e domenica.
“Si tratta di un provvedimento doveroso – ha commentato l’assessore al Commercio, Valter Muchetti – dopo quanto accaduto nello scorso fine settimana, che tuttavia potrà essere modificato se, nei prossimi giorni, si verificheranno le giuste condizioni. Sappiamo bene quanto sia delicata e importante questa fase di ripartenza per tutti i pubblici esercizi ed è nostra intenzione valutare l’evolversi delle cose ed eventualmente alleggerire queste misure non appena ci sarà la possibilità”.
L’ORDINANZA DEL SINDACO DI BRESCIA
Nell’ordinanza comunale si legge, inoltre, che nel rispetto delle misure di sicurezza a contrasto dell’epidemia sarà ancora consentito consumare le bevande, anche alcoliche, all’interno dei pubblici esercizi. Nelle aree esterne date in concessione a questi ultimi, sarà permessa la consumazione delle bevande, anche alcoliche, purché esclusivamente con servizio al tavolo e nel rispetto delle misure di sicurezza. Vietato, inoltre, consumare bevande alcoliche di qualsiasi gradazione su area pubblica o privata ad uso pubblico, compresi parchi, giardini, piazze, come previsto dal regolamento di polizia urbana. Sarà inoltre vietata la vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione da parte degli esercizi di vicinato, delle attività artigianali, dei distributori automatici e delle medie strutture di vendita.
“Per questo – ha continuato l’assessore Muchetti – restiamo aperti al dialogo e al confronto con tutte le associazioni di categoria, perché la ripresa delle attività di ristorazione e di somministrazione delle bevande possa ripartire in sicurezza e perché siano salvaguardati i legittimi diritti degli esercenti”.








