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Aumenti e “Tassa Covid” sullo scontrino, per gli esercizi pubblici non è così

Dai giorni precedenti la Fase 2 e la riapertura di diversi esercizi pubblici si è fatto un gran parlare di, seppur minimi, rincari dei prezzi. Poi, qualche giorno fa, è stato pubblicato sui social uno scontrino che riportava la dicitura: “Tassa Covid” (non prevista da nessun decreto tra l’altro). Solo dati di fatto, nessuna accusa, ma c’è chi ha ritenuto opportuno “difendersi”.

“Nel mondo dei pubblici esercizi non c’è stato alcun aumento dei prezzi. La nostra economia è ancora in ginocchio. Siamo ancora al 15% degli incassi. Chi oggi ha aperto l’ha fatto per dare un servizio e per dare il messaggio che ci siamo, figuriamoci se si vanno a ritoccare i prezzi e a speculare”. Parola di Aldo Maria Cursano, vicepresidente vicario di Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi, presidente di Fipe Confcommercio Firenze che ha parlato ai microfoni di Radio Cusano  Campus.        

Poi sul famoso scontrino e la “Tassa Covid”. “Quando si è in difficoltà – afferma Cursano – bisogna usare le leve del prezzo. Poi in Italia siamo 300mila imprese, quindi può darsi che qualcuno abbia applicato questa tassa, ma credo che non sarà premiato da questa scelta”.

Cursano ha poi detto la sua sulla “Movida”. “I giovani hanno il diritto, la voglia di esprimersi, di riconquistare  i propri spazi. Un pòstanno rischiando. Noi adulti dobbiamo   accompagnare questa vitalità, cercando di metterla sempre di più in sicurezza, ma non impedendola, questo sarebbe un errore. Sbagliato pensare a piazze a numero chiuso. All’interno dei locali i protocolli sono abbastanza chiari. Il problema riguarda tutto ciò che è intorno agli spazi dei locali. All’esterno la situazione deve essere gestita dalle autorità. Servirebbero più uomini e mezzi, per accompagnare una socialità più sicura e abituarla – conclude – a fare in modo che tra i ragazzi ci sia maggiore consapevolezza”.

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