In Europa la campagna vaccinale non riesce ancora a ingranare. Alla guida della task force per accelerare la produzione di vaccini anti-Covid è stato incaricato il commissario Ue all’Industria, Thierry Breton. Il francese è stato intervistato dal Corriere della Sera, spiegando le ultime mosse dell’Unione Europea sul fronte del reperimento dei vaccini.
«Ora la mia battaglia è permettere a tutti i cittadini europei e ai miei amici italiani di avere il più velocemente possibile le dosi di cui hanno bisogno. La capacità di produzione in Europa arriverà a 2-3 miliardi di dosi all’anno: questo è l’obiettivo che abbiamo per fine anno».
Intanto si punta ad arrivare a 100 milioni entro fine marzo, nonostante circa una dose su tre pare non sia utilizzata. Breton si è espresso anche a proposito delle procedure di validazione dei vaccini. «Se un Paese per delle ragioni di urgenza vuole non aspettare l’autorizzazione dell’Ema può farlo ma a suo rischio e pericolo, e non ha la garanzia totale della sicurezza scientifica fornita dall’Ema. La Gran Bretagna ha scelto questa via e ha dato il via libera almeno un mese prima di noi».
Il commissario europeo ha poi analizzato lo stato dell’arte dei vaccini in Europa, in questo momento, oltre a spiegare per quale motivo gli Stati Uniti abbiano doppiato l’Unione Europea in quanto a numero di dosi già disponibili e somministrabili. «Le dosi negli Usa sono state consegnate circa cinque settimane prima che in Europa. Noi abbiamo questo ritardo perché abbiamo voluto essere sicuri al cento per cento che i vaccini non avessero rischi per i cittadini Ue. A oggi sono stati consegnati in Europa circa 43 milioni di dosi, negli Usa circa 96 milioni. Quattro settimane fa gli Stati Uniti erano a 50 milioni. Ecco come nasce lo scarto con gli Usa. Alla fine di marzo il nostro obiettivo è arrivare a 95-100 milioni di dosi. Ma a fronte dei 43 milioni di dosi consegnate ne sono state somministrate 30 milioni 204 mila. All’Italia sono state consegnate 6.542.260 dosi e ne sono state somministrate 4.434.131».
Insomma, si attendono ancora le dosi necessarie per la decisiva accelerazione, ma bisogna utilizzare i vaccini che intanto si hanno. E bisogna farlo subito. «Gli Stati membri devono mettere in pratica velocemente la loro politica vaccinale perché la capacità di produzione di dosi aumenta di settimana in settimana».








