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Così il Covid19 ha travolto la vita degli italiani. I risultati della ricerca Nomisma

L’emergenza sanitaria e la quarantena forzata hanno messo a dura prova l’umore degli italiani, con un 13% che nelle ultime 2 settimane di lockdown è stato di pessimo umore ed un ulteriore 47% che ha vissuto con stati d’animo altalenanti. A soffrire maggiormente durante il periodo di stop forzato sono i trentenni: tra loro la percentuale di chi ha avuto umore nero schizza al 17%. Lo rileva l’osservatorio “Lokdown. Come ha cambiano le nostre vite” di Nomisma e Crif su un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (18-65 anni) che analizza l’impatto del lockdown sulle vite dei cittadini e che ha realizzato un FOCUS dedicato alle prime due settimane della fase due. Complice la prolungata chiusura delle attività lavorative inoltre, evidenzia Nomisma, “non migliorano neanche situazione economica e quella lavorativa, che durante la Fase 2 continuano a peggiorare, rispetto ai primi mesi del 2020, rispettivamente per il 31% e il 17% della popolazione”.

L’allentamento del lockdown, la possibilità di rivedere i propri congiunti e fare le prove della nuova normalità – con le dovute precauzioni e Dpi del caso – fa tornare il sorriso agli italiani: con l’inizio della Fase 2 il 36% ha avvertito un miglioramento dell’umore rispetto al periodo di quarantena. Il mantra che accompagna costantemente il 30% degli italiani è quello della serenità.

Ancora lontana l’euforia della felicità – provata dal 18% degli italiani. Tuttavia il 23% di italiani non riesce ancora a riportare il proprio equilibrio psicologico ai livelli pre-Covid. Sul tema lavoro, a soffrire di più sono i trentenni (32-39 anni): 1 su 5 denuncia, infatti, il deterioramento della propria situazione occupazionale, messa a dura prova e resa incerta dallo stop forzato. La presenza di una situazione finanziaria non solida trova (triste) conferma nel fatto che le famiglie in questa fase hanno incontrato difficoltà, pur continuando a onorare gli impegni nella maggior parte dei casi, nell’affrontare spese di routine quali il pagamento delle utenze, l’affitto o le rate dei finanziamenti.

Nello specifico, sono oltre 3 milioni (pari all’8%) gli italiani che durante il periodo di Lockdown hanno gestito con tribolazione le finanze familiari, facendo fronte a stento ad almeno 3 delle voci di spesa normalmente a budget (ad esempio bollette, canone di affitto, rate dei finanziamenti).

Nel gioco dei vinti e dei vincitori, a pagare lo scotto più alto sono coloro che durante il periodo del Lockdown non hanno lavorato (tra questi la quota di chi ha incontrato difficoltà economiche sale al 47%) e gli under40 (in difficoltà ad affrontare almeno 3 voci di spesa nel 44% dei casi).

Tra le spese affrontate con maggior fatica quelle relative al canone di affitto della propria abitazione. Se nel primo mese di Lockdown la percentuale di chi era difficoltà a garantire il pagamento del canone mensile era pari al 25%, a inizio maggio è addirittura salita al 33% dei locatari.

Considerando che 4 italiani maggiorenni su 10 hanno un contratto di finanziamento in corso, anche il rimborso delle rate di mutui e prestiti personali sono fonte di preoccupazione, con il 17% degli italiani con un contratto attivo che hanno dichiarato di rimborsare le rate con difficoltà. 

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