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Rainer Steger (Condirettore Generale Affide): «Con pandemia aumentati artigiani, piccoli imprenditori e professionisti che ricorrono al Monte dei Pegni»

Sempre più artigiani, piccoli imprenditori e professionisti ricorrono al Monte dei Pegni a caccia di liquidità ed impegnano oro, gioielli e orologi di famiglia. È questa la nuova tendenza che emerge a distanza ormai di quasi un anno dall’inizio della pandemia Covid-19. «Sono aumentati i piccoli e medi imprenditori, così come i liberi professionisti, categorie che forse in questo momento sentono più fortemente il clima di incertezza». A segnalarlo all’Adnkronos Rainer Steger, condirettore generale di Affide, la più grande società di credito su stima, con filiali in tutta Italia.

«Dopo il primo lockdown abbiamo effettivamente registrato un forte afflusso di clientela, dovuto principalmente alla riapertura delle attività e alla normalizzazione della situazione sanitaria. Con il secondo lockdown, invece, le richieste si sono regolarizzate» afferma Steger. «In percentuale», spiega, «stiamo assistendo ad un calo delle categorie pensionati e dipendenti, dovuto al fatto che queste categorie in gran parte non hanno avuto effetti economici negativi ed hanno dovuto ridurre i consumi».

«I bollettini statistici della Banca d’Italia certificano, in questo momento storico, una forte propensione al risparmio – osserva il manager – che si accompagna ad una lieve flessione nella richiesta di prestiti e di credito al consumo da parte delle famiglie consumatrici. Questo perché i consumi sono fortemente diminuiti e gli ammortizzatori sociali previsti dallo Stato tengono. In questo scenario, il credito su pegno vede, in controtendenza, comunque un lieve aumento dei volumi».

La tipologia di oggetti impegnati è rimasta invariata anche in questi tempi di pandemia. «Si tratta in media nell’80% dei casi di gioielli d’oro e per il 5% di orologi» sostiene il manager. In Italia usano in media il credito su pegno tra le 270.000 e le 300.000 persone ogni anno, per un giro d’affari complessivo di circa 800 milioni di euro affidamenti (dati Assopegno) e un taglio medio del prestito di circa 1.000 euro. Secondo i dati di una ricerca Doxa-Affide, il 69% degli italiani conosce questo servizio e vi si rivolgerebbero 8 persone su 10 in caso di necessità o imprevisti.

Non si sa come evolverà nel 2021 l’andamento di questo particolare settore del credito. «È difficile formulare previsioni. Dipende molto dall’evoluzione della pandemia e dalle tempistiche che saranno necessarie per tornare alla normalità. – spiega Steger – Ad esempio il turismo ha visto un blocco totale, e questo si riflette anche sui nostri clienti che avranno bisogno di credito in attesa che lo stesso riparta».

Affide ha attivato un’intensa attività di aste dei beni impegnati dalle persone che, dopo un certo periodo, vengono venduti al miglior offerente e i cui proventi in parte vengono restituiti agli ex proprietari. «La partecipazione alle aste è cresciuta del 20%» riferisce Steger. «In realtà non sono le aste che stanno aumentando, ma la partecipazione alle stesse». «Stiamo assistendo infatti a un crescente interesse verso le nostre aste da parte della clientela, in particolar modo privata. Tutto questo si ricollega alla propensione al risparmio delle famiglie consumatrici e alla conseguente voglia di investire in beni solidi, quali gioielli e orologi. La quota degli oggetti che vanno in asta è invece rimasta, in buona sostanza, sempre la stessa».

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