Donne e giovani sono le categorie più colpite dalla crisi che ha investito l’occupazione con laĀ pandemia. Il dato emerge da uno studio del Ministero del LavoroĀ e delle Politiche Sociali e della Banca d’Italia.
“La flessione delle attivazioni nette – si legge nell’analisi congiunta sull’instaurazione, trasformazione e cessazione deiĀ rapporti di lavoro – ĆØ stata più accentuata per l’occupazioneĀ femminile, maggiormente diffusa nei settori con andamenti menoĀ favorevoli, come i servizi turistici; viceversa, dopo la fase diĀ contrazione durante il lockdown, la componente maschile haĀ beneficiato della più rapida ripresa dell’industria e inĀ particolare delle costruzioni, in cui oltre il 90 per cento deiĀ lavoratori sono uomini. Negli ultimi due mesi dell’anno, laĀ nuova flessione dei servizi ha ulteriormente ampliato il divarioĀ di genere”.
L’emergenza sanitaria ha colpito in misura marcatamenteĀ eterogenea i diversi gruppi anagrafici: “la fascia di etĆ compresa tra i 15 e i 34 anni, che rappresenta solo un quartoĀ dell’occupazione alle dipendenze nel settore privato nonĀ agricolo, ha contribuito per oltre la metĆ al calo complessivoĀ dei posti di lavoro creati. La dinamica occupazionale dei più giovani ha risentito non solo dell’elevata incidenza di impieghiĀ nel turismo, ma anche della maggiore diffusione dei contratti aĀ tempo determinato che hanno assorbito la caduta della domanda diĀ lavoro nella prima e nella seconda ondata di contagi”.








