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Marianna Madia (Ex Ministro della Funzione Pubblica): «Il dibattito sulla riapertura delle scuole è viziato da ideologismi e superficialità»

«Trovo che il dibattito su questo tema sia viziato da ideologismi e superficialità. Tutti siamo per l’apertura delle scuole. Occorre però fare i conti in concreto con la realtà della pandemia. Le scuole sono luoghi chiusi dove, nonostante il gran lavoro di prevenzione fatto e l’impegno sia del personale docente e non docente che degli studenti, ci si può contagiare come in qualunque altro luogo». Lo dice Marianna Madia, ex Ministro della Funzione Pubblica, in un’intervista al Messaggero.

«Faccio presente tre elementi che stanno favorendo il virus», osserva. «Primo: usciamo da un periodo durante il quale le famiglie, sia pure fra mille limitazioni, si sono incontrate e inevitabilmente questo porterà a qualche effetto negativo. Secondo: siamo vicini al picco influenzale il che qualche problema agli ospedali lo porterà. Terzo: gira una variante del virus assai più contagiosa. Chiedo prudenza di fronte alla realtà».

«Sono iniziate le vaccinazioni. La prima priorità è non mettere in pericolo la distribuzione del vaccino. E allora davvero dobbiamo chiederci se conviene correre ad aprire le scuole oppure aprirle con estrema prudenza per evitare guai peggiori. Non vorrei che per superficialità oppure per dare segnali sbagliati di vicinanza alle famiglie finissimo per complicare una situazione già difficile».

«Io voglio le scuole aperte ma non sulla base di slogan vuoti» continua. «Le mie perplessità riguardano non solo le scuole ma più in generale l’incongruenza di messaggi che vogliono chiusi alcuni settori e aperti altri. Ci vuole chiarezza, tempestività e realismo non solo sulle scuole. E infatti vedo che molte regioni frenano sulle aperture».

«Sui dati sulla diffusione dell’epidemia nella scuola mi sembra di poter dire che c’è poca trasparenza e questo è intollerabile. Io vorrei un dibattito privo di ideologismi e di facili aut aut. Anche perché il virus va prevenuto, non seguito, e dobbiamo batterlo adesso che vediamo la luce del vaccino».

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