Un’unità di missione presso il Mef, un fondo di rotazione per avviare i primi progetti, coinvolgendo il Parlamento che sarà informato dei progressi nella realizzazione dei progetti.
Comincia a delinearsi il modello di governance del Recovery Plan, almeno secondo quanto trapela in uno dei capitoli della bozza del Piano nazionale circolata in queste ore.
Nel documento emerge lo sforzo di modernizzare il Paese partendo dalla Pubblica Amministrazione, uno dei punti strategici del Paese, a cui sono destinati 10,1 miliardi per la digitalizzazione, l’innovazione e la sicurezza. In totale su digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, saranno investiti invece 48,7 miliardi di euro. Emerge un notevole squilibrio nelle cifre esigue investite in Cultura e Turismo, su cui sono stati messi “solo” 3,1 miliardi.
«La missione Infrastrutture per una mobilità sostenibile si concretizza in 2 linee di azione (componenti) che prevedono 4 progetti tra riforme e investimenti, per un ammontare complessivo di risorse pari a 27,8 miliardi di euro», si legge ancora nel draft. Per l’Alta velocità di rete e la manutenzione stradale 4.0 sono destinati 23,7 miliardi, mentre per “Intermodalità e logistica integrata” vanno 4,1 miliardi.
Investimenti importanti anche per l’Istruzione.
«Per quanto riguarda gli investimenti in cui si concretizzano le due componenti della missione Istruzione, formazione e ricerca, questi sono distribuiti su 6 progetti per un ammontare complessivo di risorse pari a 19,2 miliardi di euro», viene spiegato. In particolare, alla prima componente, “Potenziamento della didattica e diritto allo studio”, sono destinati 10,7 miliardi; alla componente “Dalla Ricerca all’Impresa” sono destinati 8,5 miliardi. In chiusura, i 9 miliardi riservati alla Sanità, che tanto hanno fatto discutere in questi giorni, che sono suddivisi in “Assistenza di prossimità e telemedicina” (5 miliardi) e “Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria” (4 miliardi).








