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Massimo Bocci (private banker Azimut): «Pandemia ha sconvolto molti calciatori. Non tutti guadagnano milioni»

Stadi vuoti, entrate decisamente ridimensionate, costi altissimi. Il calcio italiano soffre, come tanti altri settori, la crisi economica, causata dal Covid-19. Massimo Bocci, private banker di Azimut Global Advisory, ha messo in piedi una task force finanziaria per affrontare questi problemi.

«Il Coronavirus ha sconvolto le stagioni sportive. I club hanno registrato meno entrate e di conseguenza hanno dovuto tagliare gli stipendi dei giocatori. Il calcio sta vivendo un periodo di grandissima difficoltà e ci vorranno diversi anni per registrare di nuovo i numeri che siamo abituati a vedere intorno al business del pallone. Molti settori, tra cui proprio l’industria del calcio, si sono trovati impreparati a gestire una situazione straordinaria come la pandemia».

Il Covid ha messo in ginocchio le strategie e i programmi di molte squadre e dei rispettivi proprietari. «Molti club, anche quelli più blasonati, hanno dovuto rivedere le proprie strategie e contrarre fortemente gli investimenti e gli acquisti nella sessione estiva di calciomercato e di conseguenza tagliare i costi, la cui voce maggiore a bilancio vede proprio gli stipendi dei giocatori. Questo ha provocato, in poco tempo, mesi di buco nella voce entrate proprio dei calciatori, abituati a vivere di flussi mensili importanti. Così, mentre una parte non ha subito grossi problemi di autosufficienza, altri hanno adesso qualche difficoltà ed hanno iniziato ad intaccare il capitale accumulato per vivere. Questo perché non tutti hanno stipendi milionari».

Secondo Bocci, «adesso più che mai è importante programmare investimenti mirati, per proteggere il proprio futuro una volta chiusa la carriera. Prendere coscienza di cosa si sottoscrive ed il perché si sceglie una strategia piuttosto che un’altra. Il mercato è in continua evoluzione e una pianificazione finanziaria significa non solo la scelta sul mercato degli strumenti più idonei ed efficaci, ma anche un’attenta ottimizzazione fiscale nel corso degli anni, garantendo allo sportivo professionista una protezione del proprio patrimonio a 360 gradi, anche in termini successori».

Il private banker di Azimut ricorda alcuni dati sulle difficoltà economiche che incontrano molti calciatori pochi anni dopo aver smesso di giocare. Un tema quanto mai attuale. «Il tema è molto caldo, così ad aprile, in pieno lockdown, ho deciso di lavorare su un progetto coinvolgendo tutti i partner più importanti con cui da anni gestisco con successo patrimoni degli sportivi. Un vero e proprio Family Office per gli sportivi professionisti che sarà lanciato nelle prossime settimane. Ogni partner è leader internazionale nel proprio settore di competenza funzionale per offrire una consulenza patrimoniale, fiscale, legale di eccellenza a giocatori, club, federazioni, procuratori, e a tutti gli addetti ai lavori nello sport pro»

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