Sul Quotidiano Nazionale, Roberto Giardina riflette sul dilemma insito nel vaccino anti-Covid. «A chi tocca per primo salire sulla scialuppa di salvataggio? Il vaccino che ci salverà dal Covid è pronto, ma le dosi non basteranno subito per tutti, si dovrà attendere il proprio turno ancora per mesi. Un tempo d’ansia per sé e per quanti amiamo».
«Io abito a Berlino e sono nella prima fascia, per l’età, un privilegio non un merito a cui rinuncerei. Io vado avanti, e lascio mia moglie in lista d’attesa? E i miei figli a Roma, e mia nipote ventenne? Non è vero che il virus risparmi i giovani. A Londra hanno vaccinato per prima una signora novantenne, che in tv mi è parsa in buona forma. Il virologo americano Anthony Fauci sostiene che a essere vaccinati per primi dovrebbero essere il nuovo presidente Joe Biden, e la sua vice Kamala Harris».
«Dobbiamo proteggere le persone che sono molto importanti per il nostro paese», spiega. «Innanzi al virus, dunque, non vale la vecchia legge marinara, “prima le donne e i bambini”, e il capitano si mette in salvo per ultimo, a rischio di andare a fondo. Ignoro se Frau Angela Merkel, la cancelliera, sarà vaccinata prima di San Silvestro».
«Il governo comunica che con gli anziani verranno protetti al più presto quanti svolgono un lavoro vitale per la società, e sono più rischio, medici, infermieri, vigili del fuoco. E i ministri dovranno attendere, perché non sono insostituibili. Fra dubbi e sensi di colpa, mi rassicura che, almeno dove vivo, non valgono le raccomandazioni, o un dubbio successo sul campo di calcio o magari in televisione. Sarà così ovunque nella nostra Europa che viene chiamata purtroppo il Vecchio Continente?».








