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Elena Bonetti (Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia): «A Natale non lasciamo soli i nostri nonni. Sì ai test rapidi prima di vederli»

«Non bisogna lasciare soli i nonni e gli anziani. Sì ai test rapidi prima di vederli». Lo afferma la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, intervistata da Maria Rosa Tomasello per La Stampa.
Ministra, che Natale sarà? «Un Natale diverso segnato dal dolore per le tante famiglie che hanno perso i propri cari e per le persone ammalate negli ospedali, una situazione che richiede solidarietà e senso di comunità. Ma allo stesso tempo bisogna avvicinare a questa responsabilità una visione di speranza. La discussione è ancora aperta, e noi abbiamo proposto una soluzione che permetta spostamenti in caso di ricongiungimento familiare per andare a trovare i genitori anziani, o nel caso di coppie separate con figli, perché c’è anche un diritto dei bambini».


Il governo sta entrando troppo nella vita delle persone? «Bisogna accompagnare gli italiani ad avere un atteggiamento responsabile, ma più che regole proibitive utilizzerei indicazioni di prudenza, una soft law, soprattutto perché le famiglie in questi mesi hanno dimostrato grandissimo senso di responsabilità, di tenacia, ma c’è un tema psicologico, di fragilità, di solitudini, di affetti, che bisogna riconoscere. La salute, il lavoro, ma anche la possibilità di avere relazioni».


È contraria anche alla “raccomandazione” sul numero di persone a tavola? «Io penso che la normativa non debba definire i micro-dettagli: ci sarà sempre una situazione che non potremo normare. Credo si possa consentire il ricongiungimento dando indicazioni di prudenza, dal mantenimento delle distanze all’uso delle mascherine e dei tamponi rapidi prima dell’incontro con le persone care, ma non credo che se a trovare i genitori anziani vanno due persone piuttosto che una cambi molto: mi pare immotivato anche da un punto di vista scientifico, perché se quella persona ha un coniuge ha comunque un contatto stretto che potrebbe essere fonte di contagio. Ricordiamo che l’origine dei focolai di questa estate non sono state le case, ma i luoghi di socialità incontrollata».


Bersaglio sbagliato? «Il problema non è se si riunisce una famiglia di 6 o 8 persone che sta alle indicazioni, ma evitare che si riuniscano più nuclei familiari».
Italia Viva ha contestato l’ipotesi di chiudere i ristoranti a pranzo il 25 e 26 dicembre… «La chiusura mi pare del tutto impropria. Se un ristorante rispetta le regole non si capisce perché ci si possa contagiare in quei giorni più che il 23. Così faremmo solo danni a un comparto che sta perdendo tantissimo e alle famiglie che vivono di quel lavoro».

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