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Stefano Accorsi testimonial della Moreschi: i dipendenti gli scrivono per gli stipendi mancati | Il caso

I dipendenti del calzaturificio Moreschi di Vigevano (Pavia), che sta vivendo un momento difficile con l’avvio di una procedura di licenziamento per 59 lavoratori, hanno scritto una lettera aperta a Stefano Accorsi. L’attore è il nuovo testimonial della campagna promozionale delle scarpe Moreschi: da oggi le sue foto compaiono sui suoi profili social e su quelli dell’azienda.

“Siamo lavoratrici e lavoratori del calzaturificio Moreschi sito in Vigevano – scrivono i dipendenti -. Abbiamo appreso che lei sta pubblicizzando le ‘scarpe Moreschi’, azienda storica fondata nel 1946 da Mario Moreschi. Ovviamente nulla di illegittimo, anzi auspichiamo che le venga riconosciuto il compenso pattuito, visto che ai dipendenti non succede…Volevamo informarla della nostra situazione: dal 2020 la nuova proprietà Moreschi è detenuta al 100% dal “Fondo Hurley” il cui amministratore unico è il dottor Guido Scalfi. Si tratta di un fondo svizzero, la cui attività prevalente è subentrare in aziende in ristrutturazione o in difficoltà economiche e finanziarie. Nel 2020 con l’avvento della nuova proprietà i dipendenti erano 217 prevalentemente donne, ad oggi i dipendenti sono 80; è stata aperta l’ennesima procedura di licenziamento collettivo per 59 persone tutti addetti alla produzione”.

“Le ‘scarpe Moreschi’ purtroppo non si producono più a Vigevano, dal momento che hanno esternalizzato tutta la produzione, chissà dove. Inoltre – prosegue la lettera – hanno venduto l’immobile per un valore di 15 milioni di euro e pare che nel mese di settembre dovrebbero lasciare l’immobile e l’intera area”.

“Ad oggi ci sono ex dipendenti che aspettano ancora di percepire le spettanze di fine rapporto oltre al Tfr, i lavoratori ancora in forza aspettano di percepire lo stipendio di febbraio e marzo, dal mese di gennaio 2021 non sono stati versati le quote spettanti ai fondi di pensione integrativa” e “questo è un esempio di come si distrugge uno stabilimento storico di Vigevano, compreso aziende dell’indotto, lasciando intere famiglie nella disperazione più totale”.

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