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Si prevedono rischi per l’80% del gas italiano | Lo scenario

Sul fronte dell’energia sembrava che andassimo incontro a un inverno relativamente tranquillo.

I depositi di gas traboccano di scorte, in Italia come nel resto d’Europa.

Le temperature, a ottobre inoltrato, si sono mantenute finora sopra le medie stagionali, lasciando presagire anche quest’anno un’accensione ritardata del riscaldamento.

Ha smesso di preoccupare anche il nucleare francese, dettaglio non trascurabile per il nostro Paese, che importa elettricità.

E i bacini idroelettrici non sono prosciugati come nel 2022.

Ma, scrive Il Sole 14 Ore, all’improvviso sui mercati è di nuovo allarme rosso.

La principale fonte di inquietudine è sempre il gas.

Il combustibile più importante nel mix energetico italiano è rincarato di circa il 40% in una settimana, superando i 55 euro per Megawattora al Ttf: livelli che sono circa un terzo di un anno fa.

Ma è l’impennata a sollevare inquietudine, rapidissima e ispirata da un altrettanto rapido aumento del rischio geopolitico.

E’ scoppiata un’altra guerra, mentre quella in Ucraina si avvia a compiere due anni a febbraio.

E se un attacco a Israele non era del tutto imprevedibile, di certo ha preso chiunque alla sprovvista, a cominciare dallo Stato ebraico.

Nel frattempo si sono riaccesi scontri nel Nagorno Karabakh, regione contesa tra Armenia e Azerbaijan, a ricordare che anche il gas del Caspio non proviene da un’area esente da rischi.

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