Per quanto riguarda il turismo nelle città, Roma è una delle mete più gettonate. Lo svela uno studio, dal titolo Rome: Global Challenge, realizzato dalla Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa di Roma, in collaborazione con Nina International, il Gislab dell’Università de L’Aquila e con il contributo della Camera di Commercio di Roma.
A fare un appello è il Segretario di CNA Roma Stefano Di Niola. ”Quello del turismo è uno dei settori trainanti della nostra città. In tempi di emergenza sanitaria, è stato tra i primi a fermarsi e sarà tra gli ultimi a ripartire: proprio per questo ha bisogno di supporto e liquidità, accompagnati da politiche efficaci che rilancino concretamente il marchio Roma nel mondo. Chiediamo ad Alitalia, rifinanziata anche con gli ultimi provvedimenti ‘covid’, di assicurare tratte dirette con le principali capitali mondiali, comprese quelle del Medio Oriente e dell’Asia, così determinanti per la ripresa dei flussi turistici di fascia alta”.
I NUMERI DELLO STUDIO
Negli ultimi dieci anni la capacità attrattiva del sistema locale è aumentata, soprattutto nei confronti dei viaggiatori provenienti dai principali paesi extra-europei. Basti pensare che al 31 dicembre 2018 in termini di valore della spesa, numero di viaggiatori e di pernottamenti, la quota di visitatori è passata dal 10 al 12,6% del totale nazionale. L’aumento più significativo è di viaggiatori provenienti dai paesi extra-europei, a scapito dei principali paesi UE, tranne la Francia.
In particolare, la quasi totalità dei giapponesi che vengono in Italia (80% nel 2018) scelgono Roma e provincia come meta turistica. Quote molto elevate si registrano anche per gli argentini (68%), i brasiliani (64%) e gli australiani (54%).
La spesa media per un viaggiatore a Roma è più alta di quella nazionale: nel 2018 un turista straniero spendeva 609 euro rispetto ad una media nazionale di 444 euro. Tuttavia, negli ultimi anni Roma ha richiamato in misura maggiore viaggiatori con un reddito più basso della media, segno della perdita di attrattività verso turisti con fascia di reddito alta. Anche la durata media del soggiorno si è ridotta negli ultimi anni (20,5%), rimanendo comunque al di sopra della media nazionale.
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