La quota di case energeticamente poco efficienti (quelle di classe energetica F o G) sono intorno all’80%.
Le stime, elaborate da ricercatori della Banca d’Italia, sono state presentate dal vice direttore generale, i Paolo Angelini, in occasione del covegno ”Un principles for green financing for sustainable real estate, infrastructure and urban transformation projects’.
“Si tratta di un dato significativamente superiore a quello che si ricava dal Siape”, il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica, che contiene informazioni solo su 4,9 milioni di abitazioni, pari al 14% del totale (in Italia vi sono circa 78 milioni di unità immobiliari, di cui 36 milioni sono abitazioni). La differenza equivale a 9 milioni di case in più da riqualificare.
1 casa su 4 esposta ad alluvioni
”Si stima che le abitazioni potenzialmente esposte ad alluvioni in Italia siano circa un quarto del totale, per un controvalore prossimo a 1.000 miliardi di euro (ai valori del 2020); la perdita annua attesa è stimabile nell’ordine di 3 miliardi di euro”. Le stime, elaborate da ricercatori della Banca d’Italia, sono state presentate dal vice direttore generale, i Paolo Angelini.
Secondo palazzo Koch si riscontrano ”problemi informativi in materia di stima dell’esposizione al rischio idrogeologico degli immobili, nonostante il Paese sia particolarmente esposto a questi rischi”.
Il bonus casa solo per le famiglie bisognose
Le agevolazioni per la riqualificazione delle abitazioni dovrebbero essere disegnate rispettando una serie di criteri. ”Dovrebbero essere indirizzati prevalentemente alle famiglie bisognose e, a parità di condizioni familiari, alle abitazioni meno efficienti in termini energetici. Dovrebbero essere limitate alle case occupate dal proprietario in via permanente, escludendo quindi le seconde case e le case vuote, che sono quasi un terzo del totale”.
Secondo Angelini gli sconti ”dovrebbero prevedere un’adeguata compartecipazione al costo da parte del beneficiario, così da limitare rischi di azzardo morale, essere modulate in relazione al risparmio energetico atteso e rimanere stabili nel tempo, per consentire ai proprietari di comprenderne appieno le caratteristiche e di pianificare l’investimento”.
Occorrerebbe inoltre, sottolinea Angelini, ”definire un insieme più equilibrato di strumenti, che tenga conto delle caratteristiche delle diverse categorie di destinatari: alle detrazioni e ai crediti d’imposta (attualmente prevalenti in Italia) potrebbero essere affiancate forme di sussidio diretto e di sostegno all’accesso al credito. Infine, occorrerebbe intervenire sulla riduzione degli oneri burocratici per la riqualificazione degli immobili, per agevolare chi decide di investire nell’efficientamento energetico della propria abitazione”.