Le energie rinnovabili possono diventare «uno strumento per rendere indipendente il nostro paese», ma anche per ritrovare la pace. «Sono un potentissimo strumento di diffusione delle rinnovabili e strumento di rimettere insieme le riconnessioni sociali». Lo afferma Stefano Ciafani, presidente Legambiente, al webinar “Comunità energetiche: opportunità per i borghi italiani” organizzato da Legambiente, precisando che le comunità energetiche sono uno strumento «ma non saranno sufficienti a decarbonizzare il paese, serviranno anche i grandi impianti».
Spendere al meglio le risorse disponibili
Per Ciafani, inoltre, «non basta lo stanziamento delle risorse ma bisogna fare il massimo per spendere tutte quelle risorse e spenderle nel migliore dei modi» per questo Legambiente lancia «5 proposte a governo e Parlamento sul fronte della necessaria semplificazione, sul fronte delle regole certe e tempestive, sulla necessità di prevedere formule di finanziamento a fondo perduto che permettano ad altri soggetti che non hanno a che fare con enti locali di partecipare. Su questo bisogna fare tempestivamente rispetto ha come fatto fino a oggi».
Intanto, continua la campagna di Legambiente per aiutare i Comuni ad essere in grado di usare le risorse «mettendoci noi a servizio con le nostre competenze per aiutare a tirar fuori quelle progettualità» che servono: «Questo è il momento di spingere sull’acceleratore per aiutare quelle parte del paese che è più fragile».
Verso la transizione ecologica
Le proposte di Legambiente e Kyoto Club, spiega Ciafani sono «un’occasione unica per le comunità sparse del paese e i piccoli comuni, per andare verso una giusta transizione ecologica, superare l’attuale modello centralizzato di produzione energetica fatto da grandi impianti alimentati a combustibili fossili, inquinanti e climalteranti e per ridurre il peso geopolitico delle fonti fossili, fonte di tensioni internazionali e guerre anche nel cuore dell’Europa».
La prima richiesta è che «Governo e Autorità definiscano al più presto con i relativi decreti e delibere le tecnicalità e gli incentivi indispensabili per la partenza reale delle comunità energetiche in tutto il Paese».
La seconda è che nei bandi del Pnrr destinati ai piccoli comuni «si faccia uno sforzo reale di semplificazione per definire modalità facili per la concessione di finanziamenti e tempi congrui per la risposta ai bandi».
La terza è che «nei bandi sia data la dovuta attenzione al processo di costruzione delle comunità e non soltanto alla realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili».
La quarta proposta è che «si completi finalmente il processo di semplificazione delle autorizzazioni». Infine, occorre «prevedere il finanziamento a fondo perduto per quelle CER in cui sono coinvolte solo cittadini, amministrazioni e terzo settore».