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Ugur Sahin (Ad BioNTech): «Variante Delta: mantenere l’allerta, potremmo rischiare una quarta ondata»

Il co-fondatore e amministratore delegato di BioNTech, Ugur Sahin, ha avvertito di una possibile ricomparsa dei casi di Covid-19 ieri, in occasione della conferenza Investing in Tech di Barron’s. Nello specifico, il Ceo ha riferito che si teme per una recrudescenza del virus causata dalla cosiddetta variante Delta, che è legata al recente aumento dei contagi verificatisi in India.

«Nel Regno Unito, dove circa il 50% delle persone ha già ricevuto la seconda dose, la variante Delta continua a diffondersi», ha continuato Sahin, aggiungendo che per tale motivo non bisogna abbassare la guardia contro il virus.

«Se non stiamo attenti, in alcune regioni potremmo imbatterci in una quarta ondata». Un esito simile potrebbe essere scongiurato nel caso in cui gli Stati rimanessero all’erta, riaprendo in maniera lenta e graduale. In questo senso, sarà fondamentale osservare i dati relativi al Covid-19, come ad esempio i tassi di contagio. «Se i numeri diminuiscono, bene. Ma se aumentando, andremo incontro alla prossima ondata».

Secondo Sahin, inoltre, saranno necessarie dosi di richiamo, in quanto è stata osservata una diminuzione dei livelli di anticorpi sei mesi dopo la vaccinazione completa. «Dal momento che i titoli anticorpali sono associati alla protezione, a un certo punto avrebbe senso fare un richiamo», ha spiegato il Ceo. Ciò potrebbe verificarsi dai sei ai nove mesi dopo la vaccinazione, anche se – sottolinea – alla fine saranno i governi a prendere la decisione.

Parlando poi della fornitura dei vaccini ai paesi in via di sviluppo e a basso reddito, Sahin ha dichiarato che BioNTech e la partner Pfizer hanno aperto nuovi siti di produzione per produrre fino a 3 miliardi di dosi quest’anno, rispetto agli 1,3 miliardi previsti inizialmente.

«Quest’anno consegneremo più di 1 miliardo di dosi ai paesi a basso reddito e ai paesi in via di sviluppo e prevediamo di produrre almeno 1 miliardo di dosi l’anno prossimo, forse di più», ha affermato. A medio e lungo termine, Sahin ha riferito che l’azienda vuole aumentare la capacità produttiva a livello globale.

Nel frattempo, studi separati condotti in Inghilterra e in Scozia e pubblicati nei giorni scorsi hanno rilevato che nonostante la protezione contro l’infezione causata dal ceppo Delta sia leggermente inferiore rispetto a quella fornita contro le varianti originarie, le due dosi dei vaccini riescono comunque a garantire una protezione considerevole contro le forme gravi della malattia e il ricovero in ospedale.

Un’analisi di oltre 14.000 casi di variante Delta condotta dall’agenzia della sanità inglese ha rilevato che una doppia dose del vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech riduce del 96% il rischio di ricovero in ospedale dopo l’infezione dalla variante delta. Due dosi del vaccino di  AstraZeneca riducono il rischio del 92%.

Uno studio separato di accademici e funzionari della sanità pubblica in Scozia, pubblicato sulla rivista medica Lancet, ha riportato invece una riduzione dell’efficacia del vaccino contro la variante Delta rispetto ai ceppi originari, ma livelli simili di protezione contro malattie gravi.

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