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Linda Laura Sabbadini (Istat): «La medicina è troppo androcentrica: le donne ne subiscono danni importanti»

«La medicina trascura le donne». Sulla Stampa, Linda Laura Sabbadini evidenzia come spesso si trascuri il fatto che «uomini e donne sono diversi, biologicamente e socialmente, con conseguenze molto negative se ciò avviene nel campo della medicina. Anche perché succede più a danno di un sesso che di un altro. E in particolare più a danno delle donne. Che sono la metà del Paese. È una questione di diritti e di equità. Eclatante. Perché vuol dire che non abbiamo una sanità centrata sulla personalizzazione della cura. Ma una medicina che è troppo androcentrica. Si sa poco, ad esempio, che le donne hanno sintomi di infarto diversi dagli uomini».

«E quindi si rischia di non riconoscerli. E che le donne a distanza di un anno di terapia post-infartuale subiscono conseguenze più gravi. E che hanno quasi il doppio di reazioni avverse a quasi tutti i farmaci. Lo hanno studiato tante antesignane della medicina di genere e tra queste Flavia Franconi che afferma che ciò avviene perché non si conosce la fisiologia femminile quanto quella maschile».

«Possibile? Sì. Purtroppo. Allora questa assurda disparità deve essere rimossa. Come Women20, l’engagement group del G20 sulle donne, lo stiamo chiedendo con forza. È necessario promuovere la ricerca pubblica e privata sulla medicina di genere e sostenerla finanziariamente. Le donne vivono la gravidanza, il parto, la menopausa. Hanno bisogni differenti nelle diverse fasi della vita. E così gli uomini. Differenti sono gli effetti delle cure, dei farmaci, degli stessi vaccini. Vogliamo che siano trasparenti queste differenze anche nelle strategie di cura. Dopo una pandemia come quella che abbiamo vissuto dobbiamo dotarci di una sanità che metta al centro la persona, che, attenzione, non è neutra, e attraversa diverse fasi della vita».

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