La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 50,8%, in crescita rispetto alla percentuale del precedente anno (49,2%), al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è ben più ambizioso e pari al 65%).
È quanto emerge dall’ultima edizione del Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra.
IMPIANTI – Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2023, sono 656 di cui oltre la metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, anche se non tutte le regioni ancora dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.
Il recupero di questa frazione viene effettuato, in maniera prevalente, negli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico, che passano da 51 a 61 con il 56,8% dei quantitativi trattati, seguito dagli impianti di compostaggio (36,9%); la restante quota del 6,3% è gestita negli impianti di digestione anaerobica.
I rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica – prosegue il report – rappresentano il 15,8% dei rifiuti urbani prodotti (in calo del 10,8% rispetto al 2022).
Occorre pertanto ridurre ancora questa forma di smaltimento per raggiungere gli obiettivi europei, che fissano uno smaltimento massimo dei rifiuti urbani pari al 10% della produzione, a partire dal 2035.
IMBALLAGGI – Buone notizie per il settore degli imballaggi e rifiuti di imballaggio, uno dei flussi più monitorati dall’Europa.
Nel 2023 tutte le frazioni merceologiche hanno già ampiamente raggiunto i target di riciclaggio fissati a livello europeo per il 2025, ad eccezione della plastica che comunque è prossima all’obiettivo (48% a fronte di un obiettivo del 50% al 2025).
Grazie alle misure messe in atto a livello nazionale, si registra, per questa frazione, un aumento di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2020.
IMPORT ED EXPORT RIFIUTI – Nel 2023 è stato esportato il 4,6% dei rifiuti urbani prodotti, 1,4 milioni di tonnellate, a fronte di 319mila tonnellate rifiuti importati.
Campania, Lombardia e Calabria sono le regioni che esportano maggiormente i propri quantitativi.
Danimarca, Paesi Bassi, e Germania i Paesi cui destiniamo più rifiuti urbani.
La Francia è il Paese da cui proviene il maggior quantitativo di rifiuti urbani, 101mila tonnellate, corrispondente al 31,7% del totale importato; seguono la Svizzera con il 27,4% e la Germania con il 17,1% del totale.
Le regioni che importano i maggiori quantitativi sono Lombardia e Liguria.
COSTI – Nel 2023 in crescita il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani con 197 euro/abitante (nel 2022 era stato 192,3).
Al Centro il costo più elevato con 233,6 euro/abitante, segue il Sud con 211,4 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 173,3 euro/abitante.