È un dato di fatto che il passaggio a un sistema carbon neutral, così come auspicato dalla UE, non è certo a “buon mercato”, con costi che possono avere un impatto negativo soprattutto sulle fasce della società a basso reddito maggiormente esposte agli effetti nocivi dei cambiamenti climatici.
Un’analisi del problema e della difficoltà di trovare adeguati strumenti per mitigarlo è presentata da Gabriella De Maio sulle pagine di Nuova Energia.
“Le difficoltà nel disegnare e realizzare politiche di contrasto alla povertà energetica sono legate al fatto che il fenomeno ha un carattere multidimensionale. È, cioè, legato a diversi fattori: i livelli di reddito e di consumo, la dimensione e composizione della famiglia, il costo dell’energia, l’efficienza energetica dell’abitazione, la posizione geografica e le differenze climatiche, lo stato di salute delle persone, la percezione della propria condizione e lo stile di vita”.
Un aiuto per contrastare il fenomeno potrebbe arrivare dalle Comunità energetiche rinnovabili, chiaro esempio di quella transizione energetica promossa dall’Unione Europea che vede il cittadino non più solo come fruitore passivo del bene energia ma anche come soggetto attivo del mercato.
“Oltre ai tradizionali strumenti (interventi finanziari per ridurre le bollette, misure per migliorare l’efficienza energetica) – spiega Gabriella De Maio – è fondamentale considerare anche i nuovi modelli di distribuzione decentrata di energia”.
Le caratteristiche di queste configurazioni – volte a realizzare benefici ambientali, economici e sociali sui territori – possono rientrare appieno nell’ambito delle politiche strutturali di contrasto della povertà energetica e di recupero sociale ed economico delle periferie e dei borghi rurali che sono il tessuto del nostro Paese.
L’optimum risiede proprio in un approccio integrato, all’interno del quale gli interventi finanziari, fondamentali per incrementare l’accessibilità economica a breve termine, fungono da mezzi di protezione dei consumatori vulnerabili, mentre gli aspetti strutturali della povertà energetica sono affrontati con politiche e misure di lungo termine: quelle tradizionali (per migliorare l’efficienza energetica) e quelle di nuovo conio, volte a promuovere l’autoconsumo e le comunità energetiche.








