Luca Fraioli, su Repubblica, intervista il climatologo Antonio Navarra sulle alluvioni che hanno colpito il nord Europa facendo decine di morti. Secondo Navarra, quello che è accaduto è chiaro: «un ciclone ha stazionato al confine tra Germania, Francia e Belgio e lì ha scaricato tutta la sua energia. Ora si sta spostando verso l’Adriatico».
Professor Navarra, eventi come questo sono certamente riconducibili all’emergenza climatica?
«È molto probabile, ma per essere scientificamente corretti non possiamo parlare di certezza. Si tratta di fenomeni che hanno scale temporali completamente diverse ed è difficile spiegare un evento puntuale con un processo che invece si estende per secoli. Sarebbe come voler creare un rapporto di causa-effetto tra il fatto che sono inciampato in una strada della capitale e il crollo dell’Impero Romano. Probabilmente il legame, c’è ma è difficile dimostrarlo scientificamente. Qualche collega sta cercando di dimostrate il legame tra global warming e singoli eventi meteo estremi, ma alla fine non si può che parlarne in termini statistici».
Un dato, statistico appunto, consolidato è che frequenza e intensità dei fenomeni estremi stanno aumentando.
«Questo è fuor di dubbio. C’è una chiara correlazione tra l’aumento della concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera e la frequenza e l’intensità di alluvioni, ondate di calore e periodi di siccità. Nel caso specifico delle precipitazioni assistiamo a un graduale spostamento verso nord delle due fasce che attraversano l’Europa. Una passa nella zona centrale del continente, l’altra attraversa il Mediterraneo. Quest’ultima sta migrando verso latitudini più alte: tra qualche anno da noi ci saranno sempre meno piogge che si riverseranno proprio dove c’è stata l’alluvione di ieri. Le nostre proiezioni danno per l’area mediterranea un calo delle precipitazioni compreso tra il 15 e il 20%».