“Con il decreto di maggio abbiamo steso intorno al Pnrr, e più in generale agli appalti, una cintura di sicurezza. E l’Unione Europea si sta muovendo per indicare gli spazi di manovra per le modifiche e per nuovi interventi nel campo dell’efficientamento energetico, con il RePower Eu.
Le risorse del Pnrr vanno messe a terra: il piano si può e si deve adeguare, ma un conto è adeguare, un conto è stravolgere”.
Lo dice Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali, in un’intervista a ‘Il Messaggero’, in merito alla crisi provocata dalla guerra in Ucraina che rischia di incidere anche sul Pnrr.
Riguardo a un possibile nuovo intervento per la riduzione del cuneo fiscale come soluzione per la difesa del potere d’acquisto dichiara: “Come dovrebbe eventualmente essere suddivisa questa misura tra imprese e dipendenti? Ci sono delle proposte in campo meritevoli di approfondimento: l’idea di Confindustria di intervenire sul versante contributivo con un taglio per due terzi a vantaggio del lavoratore e per un terzo a vantaggio dell’impresa, mi sembra condivisibile – precisa Gelmini – e poi credo che la manovra che debba riguardare le imprese sia quella sull’Irap.
L’Irap la si paga sul valore aggiunto, penalizzando chi il lavoro lo dà e con il paradosso che la devono pagare anche le imprese in perdita. L’Irap è dunque un’imposta da superare, così come ci chiede l’Ue”.
“Abbiamo messo in campo dall’inizio dell’anno 30 miliardi di euro senza fare nuovo debito – spiega la ministra – l’economia nel corso del primo trimestre è andata meglio del previsto: se è vero che c’è stata una frenata nella produzione industriale, questa è stata probabilmente compensata dall’esplosione dei servizi, che nel 2021 stentavano a ripartire.
E l’occupazione ne ha risentito positivamente. Potremmo avere ulteriori spazi di manovra, ma non si può escludere a priori il ricorso a nuovo debito”, conclude.